Lettere a un lupo, 5 febbraio

5 febbraio caro lupo, questa è la terza lettera che ti lascerò nel bosco. Eccolo il tuo bosco: querce giovani e vecchie, qualche leccio, pini marittimi, ginepri, brècane, betulle, cipressi, faggi, salici, olmi allori: quantissime piante. Fino al limite del bosco olivi e vigne: e nel sottobosco ginestre, pungitopi, muschi,...

Continua a leggere

Lettere a un lupo, 3 febbraio

3 febbraio caro lupo, stanotte risalendo dalla città ho reincontrato la lepre, per la seconda volta in pochi giorni. Prima ho visto le orecchie sopra i cespugli, poi la schiena. Ho frenato e spento i fari, perché non restasse immobile davanti alla luce. Così è scappata. Lo sai che certe...

Continua a leggere

Lettere a un lupo, 2 febbraio

Si è scritto e narrato molto sui rapporti fra i lupi e gli uomini. Qualcuno ha cercato di parlare col lupo, come san Francesco, e ci è riuscito. Con molte bestie feroci che abitano in noi si può dialogare, o cercare di stabilire rapporti epistolari, come ha fatto G. Si...

Continua a leggere

Solo te

Il cielo si porta nel cinto di nuvole La luna ricurva. Sotto la forma di falce Io voglio riposarti in mano. Sempre devo fare come vuole la tempesta, Sono un mare senza riva. Ma poiché tu cerchi le mie conchiglie, Mi si illumina il cuore. Stregato Giace sul mio fondo....

Continua a leggere

I boschi hanno cessato i loro canti…

I boschi hanno cessato i loro canti, tutte le porte sono state chiuse. Tu sei il viandante solitario di questa strada deserta. Mio solo, mio migliore amico, aperta è la porta della mia casa – non passare come un sogno. Rabindranath Tagore, “Gitanjali”, Il Giardiniere. Si ringrazia Rosa Rita Piva...

Continua a leggere

dal diario di Anna Frank

Martedì 7 marzo 1944 Cara Kitty, […] di sera, quando me ne sto a letto e concludo le preghiere con le parole “Ringrazio per tutte le cose buone, care e belle”, tra me e me gioisco, penso che è una “buona” cosa che siamo nascosti, che io stia bene di...

Continua a leggere

Ho scelto la vita

Nell’ultimo lager, non si lavorava più, non si mangiava quasi mai, non sentivamo più niente. Se non fosse finita la guerra non ci sarebbe stato bisogno di ucciderci perché saremmo morte di debolezza. Ma in questo campo successe una cosa straordinaria. Era piccolo, e al di là del filo spinato...

Continua a leggere

Il giardino bioenergetico: uno spazio sacro per la salute

Potremmo immaginare un giardino bioenergetico come il teatro di una silenziosa melodia vegetale, dove gli alberi e le piante sono gli “strumenti energetici” della composizione e le cellule dell’organismo gli incantati ascoltatori. C’è qualcosa di fortemente prezioso in queste conoscenze, che va al di là del semplice valore estetico del...

Continua a leggere

Le voci del bosco, il pioppo

Il più sfortunato degli alberi è il pioppo. Egli appartiene, come socio fondatore, alla sterminata categoria dei disgraziate che popolano la terra, a quel vasto numero di persone che non hanno alcun pregio e neanche la salute. Dispone di pochissime qualità, il pioppo, e con il suo legno non puoi...

Continua a leggere

Le voci del bosco, il pero

Dove l’uomo costruiva la sua casa, prima o dopo arrivavano il pero e il melo. Per loro i nostri vecchi nutrivano un sacro rispetto. Tagliavano spesso il ciliegio, ma il melo e il pero quasi mai. Nelle parche mense dei montanari le pere e le mele avevano molta importanza. E...

Continua a leggere