A spasso tra le erbe

Progetto ideato e realizzato dall'Associazione Culturale L'Erba Canta in collaborazione con la Fondazione Angeli del Bello, con il contributo della Fondazione CR Firenze, per il bando "Paesaggi comuni 2022"

L'iniziativa A SPASSO TRA LE ERBE intende far abbracciare l’esperienza del camminare con la scoperta di ciò che di consuetudine ignoriamo in Natura, il riconoscimento di quelle piante spontanee che crescono ovunque in città, sui marciapiedi, negli interstizi dei muri, nelle fenditure dell'asfalto, nei giardini.
Additate come erbacce o erbe infestanti da estirpare, le piante spontanee resistono a condizioni che le piante coltivate non riuscirebbero a sopportare: siccità, acidità del suolo, carenza di nutrienti nel terreno, inquinamento e altro ancora.
Oggi il giardino selvatico costituisce una risorsa per il territorio e la città, poiché contribuisce a mantenere in equilibrio l’ecosistema, a costo Zero, proprio perché non necessita di particolari manutenzioni; impiantare “small urban wildlife garden” oramai è diventata una pratica che si sta diffondendo in tutto il mondo, proprio perché tutte le piante spontanee e non, sono preziose in egual modo all’Ambiente.
Una volta diventati confidenti con le erbe selvatiche, in contesti naturali NON INQUINATI è possibile raccogliere le piante spontanee edibili per utilizzarle, perché no, per le loro proprietà alimurgiche, anche in cucina.

Itinerari a piedi a Firenze

La città esiste attraverso i passi dei suoi abitanti e dei suoi visitatori
che la vivificano con le loro frequentazioni.
David Le Breton

 

L’esperienza del camminare è un invito ad appropriarsi della città attraverso un’immersione corporea che migliora la salute, riduce lo stress, contribuisce al benessere psicofisico. Passeggiare è un’attività rigenerativa soprattutto nella sua relazione con il paesaggio e ogni camminata è un’esperienza a sé, influenzata dal variare delle stagioni e dal susseguirsi dei suoi cicli naturali.

L'iniziativa contempla due itinerari a piedi a Firenze:
-un percorso naturalistico lungo l'Arno che unisce il giardino Silvano Sarti di via della Fonderia con il giardino Antonino Caponnetto in Lungarno del Tempio;
-un itinerario che collega due luoghi storici Piazza Indipendenza con il Parco delle Scuderie a Porta Romana.

I giardini da vicino

PIAZZA INDIPENDENZA

e i suoi giardini

Prima della metà dell'Ottocento, piazza Indipendenza era zona agricola, chiamata "Orti di Barbano", prendendo il nome "storpiato" dell'antica famiglia possidente, i marchesi Barbolani da Montauto. Leopoldo II di Lorena decide nel 1844 di ricavarne una piazza dedicata alla sua sposa e diventa Piazza Maria Antonia. Con l'Unità d'Italia viene ribattezzata in Piazza Indipendenza, qui vi campeggiano due statue in bronzo, una di Bettino Ricasoli, secondo Presidente del Consiglio del nuovo Regno d'Italia dopo Cavour e l'altra di Ubaldino Peruzzi, primo sindaco di Firenze. La piazza dalle geometrie simmetriche e speculari ospita nei suoi spazi verdi tigli, lecci e 4 esemplari di cedro dell'Atlante.

GIARDINO ANTONINO CAPONNETTO

Lungarno del Tempio

Il giardino di Lungarno del Tempio è stato dedicato nel 2003 a Antonino Caponnetto, magistrato che guidò negli anni '80 del Novecento, il Pool antimafia. Il lungarno detto della Piagentina, a partire dal 1877 divenne "del Tempio" in ricordo di un oratorio trecentesco dedicato alla Compagnia di religiosi di Santa Maria del Tempio, religiosi che confortavano i condannati a morte al patibolo della Zecca. Ricco di varietà arboree, lungo la strada filari di tiglio, nel lato Arno esemplari di pioppo bianco, pioppo grigio e di farnia che caratterizzano i paesaggi ripariali. Il giardino al suo interno ospita una eterogeneità di piante: magnolie, pini domestici, pini neri, cedri dell'Atlante e del Libano, platani, lecci e bagolari.

PARCO DELLE SCUDERIE

Porta Romana

Sede delle antiche Scuderie Reali realizzate da Re Vittorio Emanuele II di Savoia durante il periodo di Firenze Capitale, il parco oggi conserva diversi edifici dove un tempo venivano alloggiati i cavalli, riposte le biade, dove risiedevano i maniscalchi e gli addetti ai lavori. Dal 1919 il principale corpo di fabbrica ospita l'Istituto d'Arte, oggi Liceo Artistico. Il giardino conserva architettonicamente l'assetto originario, con la rotonda un tempo galoppatoio, limitata da file di ippocastani e tigli. L'ingresso di Porta Romana è costeggiato da platani, bagolari, tigli e olmi. Arricchiscono il paesaggio arboreo qualche esemplare di acero, pino domestico, cedro dell'Himalaya e quercia.

GIARDINO SILVANO SARTI

via della Fonderia

Via della Fonderia prende nome dalla Fonderia del Pignone, industria metallurgica che tra il 1870 e il 1880, durante Firenze Capitale, fu uno dei motori trainanti dell'economia fiorentina. La fonderia fu costruita nei pressi dell'antico Porto del Pignone, scalo portuale di San Frediano, che il complesso industriale sfruttava per il trasporto dei suoi manufatti. L'Arno era la via commerciale privilegiata che univa la Piana fiorentina a Livorno, prima della costruzione della linea ferroviaria Leopolda nel 1844. Il giardino dedicato a Silvano Sarti, partigiano-sindacalista fiorentino, benché costeggi l'Arno non presenta una vegetazione ripariale specifica, in questo lembo verde numerosi sono gli esemplari di bagolaro, platano, olmo, leccio e qualche pino domestico.

PIANTE SPONTANEE

QUALI PIANTE?
24 sono le piante spontanee presentate in 4 giardini fiorentini; sono piante pioniere che raccontano la storia del mondo vegetale, piante un tempo note per le loro virtù magiche, piante mangerecce oggi ingredienti raffinati della cucina gourmet, piante velenose la cui tossicità va conosciuta, piante aromatiche che sprigionano delicati effusi odorosi, piante fiorite la cui bellezza incanta il nostro sguardo, piante rampicanti che camminano gli spazi, piante medicinali che appartengono alla nostra farmacopea.
Non c'è una priorità o un ordine, la scelta in questo variegato universo vegetale ha tenuto conto della facilità di riconoscimento dei caratteri anatomici identitari di ciascuna pianta.
Nelle schede di presentazione delle piante spontanee si fa uso di un linguaggio divulgativo per diventare più confidenti con la botanica.
Il progetto è propedeutico.

QUALCHE CURIOSITA'

L'architetto Callimaco (V sec. a.C.) - citato da Vitruvio come inventore del capitello corinzio -  venne ispirato dalle foglie oblunghe e profondamente incise dell'acanto nella realizzazione della decorazione sommitale del capitello. L'ordine corinzio lo ritroviamo in epoche successive, nei cori delle chiese, nei cofanetti-reliquiari dei santi, nei monumenti sepolcrali, perché per l'arte sacra cristiana, l'acanto simboleggiava la resurrezione, spesso le foglie erano riprodotte seguendo anche la numerologia della Bibbia: 3 la Trinità, 7 il numero dei pianeti, 12 le lunazioni.
Altra curiosità riguarda l'esperienza di Wolfgang Goethe, che oltre la pittura, era appassionato di botanica, di mineralogia, di meteorologia e durante uno dei suoi viaggi in Sicilia nel 1787 scrisse alcune righe dedicate alle "superbe foglie di acanto", ma soprattutto raccontò di aver portato alcuni dei suoi frutti in camera da letto, quando di notte, il suo sonno venne interrotto dallo scoppiettare delle capsule… l'aria secca della stanza (la temperatura calda) aveva portato a maturazione i frutti, disseminando come catapulte i semi contenuti nelle capsule. L'"esplosione dei frutti" è una delle strategie usate dalle piante per spargere il più lontano possibile i propri semi.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/acanto

QUALCHE CURIOSITA'

Il suo nome, già in uso presso i Greci antichi, è di etimologia incerta: potrebbe riferirsi alla dea Artemide (Diana) o alla regina Artemisia, moglie di Mausolo, re di Caria; secondo altri studiosi deriverebbe dall'aggettivo "artemés", "sano, in buona salute".
Vulgaris invece dal latino 'vúlgus' (volgo) significa semplicemente che la specie è 'comune, diffusa, frequente'.
L'artemisia, dal sapore amaro, è associata alle arti magiche per il forte aroma, che favorisce l'"incorruttibilità delle cose", perché allontana tarme, cimici, pulci, topi, e il suo profumo diventa ancor più persistente con la combustione della pianta essiccata.
E' ritenuta magica e propiziatoria, poiché le sue foglie apicali sono sempre rivolte verso nord; appartiene alle erbe di San Giovanni, a quelle piante associate alla nascita del santo e che celebrano anche il "Solstitium" estivo, il momento in cui il sole sosta alla sua massima "altezza" rispetto all'equatore; nel solstizio molte sono le ore di Luce (simbolo cristiano di chiarezza e verità), rispetto a quelle di buio (di oscurità e di tenebre, che figurativamente, indicano lo stato di ignoranza e malvagità).

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/artemisia

QUALCHE CURIOSITA'

La leggenda racconta che un pastore che curava con questa umile pianta le sue pecore, sia riuscito a placare un'emorragia uterina ad una donna facendole assumere ogni ora un po' di succo ottenuto dalla bursa-pastoris.
Il nome generico deriva dal latino "capsa", anticamente un contenitore atto alla custodia dei rotoli di papiro che per estensione assunse in seguito significato di astuccio, cofanetto, piccola borsa; l'epiteto specifico fa riferimento alla forma dei frutti, triangolari con base a forma di cuneo, che ricordano la bisaccia usata dei pastori per mettervi il sale per le pecore, remineralizzante prezioso per il bestiame.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/borsapastore

QUALCHE CURIOSITA'

Calendula o fiorrancio è comunemente conosciuta come lo "zafferano dei poveri", per la sua colorazione giallo-arancio acceso.
Viene anche considerata un barometro naturale, perché segnala con l'aumento di umidità nell'aria l'arrivo del maltempo, chiudendo le ligule a protezione del suo capolino. Infine il fiore di calendula "si gira al girar del sole", scandendo lo scorrere del tempo, proprio per questo è anche detta l'"orologio del contadino".
La leggenda greca che ha come protagonista Afrodite, racconta che la dea addolorata per la morte del suo innamorato Adone, pianse lacrime, che toccando terra, si tramutarono in fiori di calendula. Fiori che erroneamente nel vocabolario ottocentesco dei sentimenti vengono associati alle "pene d'amore", quando invece la calendula per le sue proprietà di rimarginazione di piaghe e ferite della pelle, promuove in fitoterapia la guarigione dell'epidermide, e perché no, forse anche "il mal d'amore".

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/calendula

QUALCHE CURIOSITA'

Ortaggio diffuso, infestante degli incolti, da recenti studi viene messa in dubbio la sua commestibilità per la presenza di saponina e di ossalati, entrambi principi attivi che possono sovraccaricare l'organismo, pertanto è bene farne un consumo moderato. Per uso esterno gli sciacqui di centocchio svolgono un'azione antinfiammatoria e lenitiva, la stellaria veniva usata anche contro gli eczemi e gli inestetismi della pelle (foruncoli e - alcune fonti riportano che la pianta era utilizzata per "cancellare" le lentiggini).
Infine il centocchio è particolarmente apprezzato dai pennuti, in inglese il suo nome è chickweed, erbaccia per polli.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/centocchio

QUALCHE CURIOSITA'

Annoverata tra le malerbe, tra le infestanti dell'orto, è una delle piante più succulente da consumare lessate.
In passato si riteneva che le foglie del sonchus fossero in grado di restituire le forze. Plinio il Vecchio racconta che un piatto di cicerbite nutrì il leggendario Teseo prima che affrontasse il Minotauro, la creatura in parte uomo e in parte toro che abitava nel labirinto di Creta. Da qui nasce la credenza che la cicerbita fosse in grado di rianimare uomini e animali. E' certo che sia una delle piante più amate dalle mucche, di cui vanno ghiotti i volatili da cortile (polli, anatre, oche) e anche le pecore.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/cicerbita

QUALCHE CURIOSITA'

La medicina popolare fin dall'antichità faceva gran uso di questo rampicante sempreverde per curare diversi problemi (dalle cefalee al mal di denti, alla cicatrizzazione di ulcerazioni), e per provocare aborti e come anticoncezionale.
Studi recenti suggeriscono una certa cautela, anzi ne sconsigliano l'uso per via interna: i suoi principi attivi, tossici, risultano irritanti delle mucose e in particolare di quelle del tubo gastroenterico.
L'edera compare tra gli ingredienti INCI, “International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” (Nomenclatura Internazionale degli Ingredienti Cosmetici) di cosmetici e pomate, con la dicitura: Hedera helix leaf extract (estratto di foglie d'edera). Per uso esterno la pianta è curativa di inestetismi della pelle (cellulite), edemi, dolori articolari e reumatismi.
Le tintorie artigianali un tempo bollivano le matasse di lana con il decotto di bacche d'edera per ottenere un bel colore fumo di Londra.

Proprio perché sempreverde, è una delle piante belle da tenere in casa. Si riproduce per talea, tagliando con delle forbici dall'apice dei fusti lunghi una decina di centimetri, da riporre in acqua o in direttamente nel terriccio umido. I fusti radicano rapidamente.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/edera

QUALCHE CURIOSITA'

La pianta porta il nome di Euphorbus, medico di Juba, re della Numidia, un'antica regione dell’Africa settentrionale, corrispondente all’odierno Marocco e a parte dell’Algeria.
Euphorbus, Euforbo, (30 a.C.) fu il primo a scoprire le proprietà purganti e tossiche del lattice di questa esile pianta, che può risultare pericolosa al tatto per le persone sensibili, ma è particolarmente dannosa per bocca e occhi.
E' una pianta ritenuta altamente tossica.
Tra le Euphorbiaceae senz'altro la pianta più nota, sebbene di origine esotica, è la Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima) che rallegra con le sue rosse brattee a raggiera le nostre case durante le feste natalizie.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/euforbia

QUALCHE CURIOSITA'

Tra i tanti nomignoli che accompagnano questa pianta il più benevolo è "calla selvatica" per la particolare forma della sua infiorescenza molto simile a quella della calla, quello meno piacevole è "pan di serpe", che si riferisce senza ombra di dubbio alla sua tossicità. Tra i suoi principi attivi, la aroina, che in presenza di acqua libera acido cianidrico altamente tossico.
Giorgio Celli, in "Le piante non sono angeli" scrive che il suo fiore, "il cui odore è nauseabondo, o per meglio dire, nauseabondo per noi, perché per i piccoli insetti che il fiore è interessato ad attirare, deve risultare un profumo dei più soavi". Tutto questo accade perché, attraverso un complesso sistema di termoregolazione, l’appendice dello spadice si riscalda a fasi alterne nel periodo della fioritura, aumentando la volatilità degli odori che servono da richiamo per gli insetti impollinatori.
E' annoverata tra le piante magiche, perché ritenuta protettiva dagli spiriti maligni.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/gigaro

QUALCHE CURIOSITA'

E' risaputo che i licheni sono bioindicatori biologici della qualità dell'aria, poiché sono organismi particolarmente intolleranti ai più comuni inquinanti (idrocarburi, anidride solforosa, metalli pesanti…).
Impiegati in fitoterapia, in profumeria, nelle pratiche tintorie, alcune specie sono cibo prelibato per gli animali… e lo sono stati anche per le persone soprattutto durante le carestie.
In Egitto il lichene Pseudevernia furfuracea era impiegato per l'imbalsamazione per le sue proprietà antibatteriche e i romani tingevano le toghe di un colore violaceo con un estratto da Roccella tinctoria, questi gli usi più curiosi del lichene.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/lichene

QUALCHE CURIOSITA'

Il termine malva deriva dal latino “mollire” che significa “lenire” proprio per le sue virtù emollienti e antinfiammatorie. Nel corso delle gite in campagna e delle escursioni, quando punti da insetti, per calmare il dolore basta raccogliere alcune foglie di malva, pestarle con un sasso e applicare la poltiglia nella parte dolorante per ottenere un po' di sollievo. Per l'alto contenuto in mucillagini gli sciacqui di decotto di malva sono utili per decongestionare il rossore agli occhi.
Infatti fin dai tempi antichi i fiori e le foglie erano considerate un rimedio efficace per tutti i mali tanto che, nella tradizione contadina, venivano raccolti alla vigilia di San Giovanni e collocati sui davanzali, perché si impregnassero di “guazza”, per diventare così un toccasana per tutti i dolori.
Simbolo di calma e dolcezza, questa pianta era largamente impiegata già dai Greci come ortaggio: fino al Medioevo era consuetudine preparare insalate di foglie di malva.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/malva

QUALCHE CURIOSITA'

Pratolina, in Toscana anche "prataiola", è una pianta sempreverde che fiorisce da marzo a ottobre: i suoi fiori si riposano chiudendosi la notte, per riaprirsi alle prime luci dell'alba.
Bellis perennis, "perennemente bella", sin dai tempi antichi con le sue infiorescenze bianche si confezionano ghirlande e braccialetti, che ancor oggi le bambine si divertono a intrecciare. E' la pianta di “M'ama, non m'ama", a partire dal Medioevo le sono state attribuite facoltà profetiche di svelare l'amore della persona amata: "le dame riconoscevano in pubblico di essere amate quando concedevano al loro cavaliere il privilegio di ornare lo scudo con due margherite".

Altra curiosità riguarda la convivenza del terzetto aglio, cicoria e margherita. Scrive Giorgio Celli, su "Le piante non sono angeli", circa la territorialità di alcune piante: "L'aglio è un chimico molto sperimentato, che sparge attorno a sé una sostanza atta a impedire la germinazione di tutti i semi che capitano nei suoi immediati dintorni. L'arma chimica dell'aglio viene contrastata efficacemente da una sostanza secreta dalla pratolina", pertanto la cicoria selvatica che ama la vicinanza dell'aglio, riesce a crescergli felicemente accanto grazie alla preziosa alleata, la margherita.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/margherita

QUALCHE CURIOSITA' Pianta velenosa, la sua tossicità appartiene al sapere popolare: i contadini dicevano che la presenza della mercorella sotto le viti, faceva andare a male il vino; le campagnole evitavano di raccoglierla tra le erbe fresche da dare ai conigli e ai pennuti; la medicina di un tempo raccomandava il suo succo per interrompere la produzione del latte materno. Particolarità della Mercurialis annua è la misteriosa colorazione blu che si sviluppa quando la pianta viene messa in acqua. Non va annoverata tra le erbe tintorie, perché il suo blu-indaco non si fissa ai tessuti, se non attraverso processi industriali di trasformazione di sintesi. Studi recenti attribuiscono questa colorazione blu ad un alcaloide, nominato hermidina, che ossidando velocemente a contatto con l'aria trasmuta. E' bene conoscerla, per lasciarla crescere indisturbata e starne alla larga, soprattutto per le persone sensibili che possono essere allergiche al suo polline… è facile incontrarla, perché infesta coltivi e incolti. Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/mercorella

QUALCHE CURIOSITA'

Dall'aspetto vellutato il muschio tappezza tronchi d'albero, terreni umidi e erbosi, rocce. E' l'umidità, la presenza d'acqua a favorirne la riproduzione sessuale: i suoi gameti maschili nuotano nell'acqua attraverso flagelli, delle sorte di "code" simili a quelle degli spermatozoi umani, che facilitano appunto lo spostamento delle cellule maschili verso quelle femminili.
I muschi appartengono al regno vegetale delle Tallofite, fite proviene dal greco Phytòn, pianta e tallo indica il corpo delle piante, che è di piccole dimensioni. I muschi della flora europea non raggiungono più di 20 cm di altezza.
Nota è la resilienza ecologica del muschio, sopravvive a lunghi periodi di siccità, perché ha la capacità di trattenere e impregnare grandi quantità d'acqua, regolarizzando anche la temperatura e l'umidità del suolo.
La sua funzione cardine è quella di assorbire l'inquinamento ambientale, assimila la CO2, ricicla il fosfato e l'azoto, riequilibrando l'atmosfera e il terreno.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/muschio

QUALCHE CURIOSITA'

Ampiamente diffusa in tutta Italia, la nepitella sprigiona un profumo inconfondibile. Pianta mellifera, molto gradita alle api, un tempo era ampiamente usata in erboristeria per le sue proprietà medicinali (digestive, toniche, balsamiche, antimicrobiche, insetticide, nevralgiche). Oggi è una delle piante aromatiche più apprezzate in cucina: è accompagnata con i funghi, le zucchine, è ingrediente principe per i "carciofi alla romana", ottima sopra la fett'unta.
Plinio in Historia Naturalis menziona la "nepeta". L'origine della parola è poco chiara, alcuni linguisti attribuiscono la provenienza all'Umbro e all'Etrusco; la cittadella etrusca di Nepi nota per le sue acque termali, con molta probabilità ha la sua radice in "nep" (che significherebbe "umidità"). La nepitella infatti predilige i luoghi soleggiati e umidi.
Altri attribuiscono l'origine del nome a "nepa", scorpione, perché la nepitella è ritenuta un rimedio contro le punture velenose dello scorpione.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/nepitella

QUALCHE CURIOSITA'

Il nome latino della piantaggine "Plantago" deriva da planta agere, cioè "far crescere le piante", allude all'uso che nell'antichità si faceva di questa pianta, impiegata in alcuni riti pagani per propiziare la fertilità della terra.
"Plantago" indica anche la pianta del piede, e per gli indiani d'America, la piantaggine è associata all'"orma dell'uomo bianco", perché portata nelle Americhe dagli europei.
E' stato calcolato che una pianta adulta ben sviluppata può produrre in un anno oltre 20.000 semi, che per l'interessante capacità di ciascun seme di produrre mucillagine in presenza di umidità, riesce a mantenere indenne la propria fertilità passando anche attraverso il tubo digerente dei bovini ghiotti delle sue foglie.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/piantaggine

QUALCHE CURIOSITA'

Dal latino "pòrtula", borsa, per la presenza di una capsula contenente tanti semi, oppure la derivazione è da "porcilaca", pianta, di cui i porci, i maiali sono ghiotti; "oleracea" da "olus", ortaggio perché si trova nei coltivi, negli orti, ama i luoghi dove il terreno è ben lavorato, gli ambienti antropizzati. Seppur considerata infestante, è una verdura ottima, le cui foglie carnosette, dal sapore leggermente acidulo, si accompagnano alle insalate o per altre preparazioni: ripieni per torte salate, gnocchi, frittelle di erbette.
Pianta mellifera, i suoi fiori sono bottinati dalle api.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/portulaca

QUALCHE CURIOSITA'

Il termine latino rumex indica una sorta di lancia, la cui parte tagliente possiede la forma delle foglie del genere Rumex. L'appellativo pulcher è sinonimo di bello, indicando l'eleganza di questa pianta.
Tra i tanti nomi volgari regionali, il romice è chiamato anche "lingua di vacca", che ancor più rende l'idea delle dimensioni e della forma di quest'erba.
Circa gli usi del romice, nella campagne era consuetudine servirsi delle foglie pestate come rimedio contro le punture degli insetti e contro le urticanti ortiche, poiché offrono un immediato efficace sollievo.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/romice

QUALCHE CURIOSITA'

Il nome del genere proviene probabilmente dal latino "ruber", rosso con allusione al colore dei suoi frutti o all'uso tintorio che si faceva un tempo delle sue foglie impiegate per tingere la lana e la seta.
La tradizione popolare menziona il rovo, pieno di pungenti spine, per aver ferito il capo del Cristo; si è creduto a lungo che la corona di spine di Gesù fosse fatta con i rami di rovo, biancospino, rosa canina, recenti studi scientifici sono concordi nel ritenere che fossero i giunchi spinosi dello Zizyphus vulgaris a comporla.
Plinio scrisse: "la natura non creò neppure i rovi, perché facessero danno all'uomo. Fu così che fra essi pose le more".

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/rovo

QUALCHE CURIOSITA'

Salvia deriva da Salvus, in latino Salus, in onore della Dea Salus, colei che assicurava la salute. La specie "verbenaca" fa riferimento alla forma delle foglie simili a quelle della verbena.
La salvia è citata nella Bibbia, si racconta che Gesù venne nascosto da Maria e Giuseppe sotto una pianta di salvia durante la loro fuga in Egitto. Per ringraziare questa piantina la Madonna le dette il dono di "guarire gli uomini".
Cleopatra ne faceva uso per le sue proprietà afrodisiache per conquistare gli uomini, Re Salomone (nell'Antico Testamento) la usava per purificare il tempio.
Le giovani foglie se raccolte prima della fioritura sono edibili, ottime nelle frittate o in aggiunta ad altre erbette nella misticanza.
Le sue proprietà medicinali sono ben note sin dai tempi di Teofrasto (372 - 287 a. C.), che scriveva: "respinge i mali della malattia e della vecchiaia". Oggi la troviamo tra gli ingredienti di molti dentifrici, un tempo era consuetudine strofinare i denti e le gengive con foglie di salvia, e di detergenti naturali perché svolge un'azione antibatterica e antinfiammatoria della pelle.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/salvia

QUALCHE CURIOSITA'

Chiamato anche "dente di leone" per il margine fortemente inciso delle sue foglie, in Francia "dent-de-lion", in Inghilterra "dandelion", il tarassaco ha lo scherzoso soprannome di "piscialetto", per le sue ben note proprietà diuretiche.
In molti luoghi c'è l'usanza da parte degli innamorati di soffiare la sua sfera piumosa, il "soffione", per trarne buoni auspici - nel vocabolario dei fiori è considerato un Oracolo vegetale -: se gli acheni volano via al primo soffio, forse la persona amata avverte il loro amore e cederà alla loro corte.
Certamente va riconosciuta al tarassaco la sua grande capacità riproduttiva, grazie alla straordinaria perfezione aerodinamica raggiunta dai suoi acheni, simili a piccoli paracaduti che vengono trasportati dal vento a distanze notevoli. Ogni capolino contiene circa 200 acheni e ogni anno una pianta sparge 5000 dei suoi semi che possono volare anche per chilometri prima di toccare terra.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/tarassaco

QUALCHE CURIOSITA'

Pianta mellifera, amata dalle api e visitata anche da altri insetti, il vilucchio profuma leggermente di mandorla o di vaniglia. Considerata infestante in particolare delle colture di mais e di tabacco perché avviluppa le piante, soffocandole, impedendone la crescita. Alfredo Cattabiani, in Florario scrive: "rapido si attorciglia intorno a un palo con la sommità del suo fusto che ruota in senso antiorario, facendo un giro completo in meno di due ore". Sarebbe interessante verificare la velocità di crescita del convolvolo.
La forma campanulata del suo fiore ha sedotto i fratelli Grimm che hanno dedicato al vilucchio una fiaba, il cui titolo originale è "Schneewittche", in italiano "la tazzetta della Madonna".
Si racconta che un carrettiere che trasportava del vino rimase impantanato e Maria stanca e assettata, che passava di lì, gli chiese un po' di vino. Il pover uomo le disse che non possedeva bicchieri, la Madonna raccolse un fiore di vilucchio e lo utilizzò come tazzina per metterci il vino, e a buon rendere liberò il carro dal fango consentendo al carrettiere di riprendere il suo viaggio.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/vilucchio

QUALCHE CURIOSITA'

E' una liana che può vivere anche 25 anni. Per i suoi rami flessibili viene usata per gli intrecci e per confezionare cesti e altri oggetti.
In primavera i getti teneri dei germogli si possono utilizzare in cucina. L'impiego di altre parti della pianta potrebbe risultare pericoloso per la presenza di un alcaloide, l'anemonina, che può provocare irritazioni e vescicazioni cutanee. Si racconta che nell'800 i mendicanti applicavano le foglie di vitalba sulla cute per procurarsi le piaghe per commuovere la gente.
Nel linguaggio ottocentesco dei fiori, la vitalba è associata a un'intelligenza chiara e onesta. Per Edward Bach, medico omeopata, inventore dei rimedi terapeutici floreali, la Clematis è di sostegno a coloro che hanno la "testa fra le nuvole" che sognano ad occhi aperti che hanno difficoltà di concentrazione, la vitalba come rimedio apporta una maggiore presenza nella vita quotidiana e aiuta a sviluppare la volontà di esprimere i propri talenti.

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/vitalba

QUALCHE CURIOSITA'

Prima di essere introdotto in Europa nel Medioevo dagli arabi, lo zafferano era conosciuto perlopiù per le sue qualità medicinali, anziché culinarie. La polvere - da sempre - ritenuta preziosa, aveva così tanto valore, perché difficile da ottenere: per un mezzo chilogrammo di zafferano in polvere occorre cogliere gli stigmi di circa 80.000 fiori!
Omero cita il Crocus sativus come profumo e come fiore nuziale, era consuetudine spargere di corolle di crochi il letto nuziale per augurare felicità agli sposi. I Romani se ne servivano per un bagno ristoratore grazie alle sue proprietà stimolanti e vigorenti. I miniaturisti nel Medioevo ne ricavavano un colore giallo oro.  Nel Rinascimento le nobildonne lo usavano per tingere i capelli conferendo alle loro bionde ciocche delle tonalità ramate.
La parola "zafferano" sembra che derivi dall'arabo "za'faran", la cui radice significa appunto "giallo".

Per saperne di più: https://erbacanta.it/aspassotraleerbe/zafferano

PROGETTO A CURA DI…

IDEAZIONE e SVILUPPO PROGETTO: L’Erba Canta
L'Erba Canta, dal 2016 propone ESPERIENZE in NATURA: trekking di uno o più giorni, camminate in città e organizza laboratori di riconoscimento di piante spontanee allo scopo di tessere un rapporto più autentico con la Natura.

->Stesura del progetto a cura di:
-Cristina Michieli, fondatrice dell’associazione culturale L’Erba Canta, Guida Ambientale Escursionistica, è socia dell’Associazione Italiana di Fitoalimurgia. Da sempre promuove la cultura dell’autoproduzione e si occupa di alimentazione e cucina naturale. E’ autrice del libro “Piante spontanee in cucina”.

-Donatella Peli, specializzata in grafica pubblicitaria, appassionata di acquerello si è dedicata con passione ai taccuini di viaggio. Ha partecipato ai più importanti festival di Diari di viaggio, tra cui il festival di Clermont-Ferrand (Francia), il più importante evento internazionale dedicato ai diari di viaggio. E' autrice del progetto grafico e delle illustrazioni del progetto A spasso tra le erbe.

- Annalisa Malerba, esperta in riconoscimento delle piante spontanee, è una delle fondatrici dell'Associazione Italiana di Fitoalimurgia. Per il progetto si è occupata della supervisione dei contenuti.

MANUTENZIONE e CURA SPAZI: Fondazione Angeli del Bello
La Fondazione Angeli del Bello promuove e organizza attività rivolte alla tutela dei beni comuni con un'ottica di riqualificazione degli spazi urbani.
Alessandra Zecchi è la coordinatrice del progetto per la fondazione e i Custodi del bello, Enrico, Ferdi, Lucio, Mauro e Moussa hanno contribuito alla realizzazione degli interventi di Street Art sulla pavimentazione.

RECENSIONI STAMPA