Cose piacevoli 2

I fiori d’albero più belli sono quelli dal colore rosso, sia nelle gradazioni tenui che in quelle forti. Il tipo di ciliegio più ammirato ha fiori dai larghi petali, foglie verde scuro e rami sottili. I glicini sono meravigliosi quando formano lunghi grappoli color viola scuro. I fiori dell’arancio selvatico sono molto belli verso la fine del quarto mese o in principio del quinto, quando sbocciano bianchissimi tra le foglie verde scuro, specialmente se contemplati nei mattini che seguono le notti piovose, quando i bottoncini gialli al centro dei fiori sembrano d’oro rilucente, e lo spettacolo da essi offerto non è in nulla inferiore a quello dei ciliegi velati dalla rugiada mattutina. Se poi si pensa che l’arancio selvatico è l’albero prediletto dai cuculi per farvi il nido, allora davvero ci sembra ancora più meraviglioso. Il pero ha una bellezza un po’ altera, per cui esitiamo ad avvicinarci con familiarità e non osiamo neppure appendere qualche bella lettera ai suoi rami. Si suole paragonare un volto ridente e grazioso al fiore del pero, eppure, forse per il colore delle sue foglie, mi sembra freddo… Belli sono i fiori rosso-violacei della paulonia, ma è un peccato che abbiano foglie troppo folte e troppo larghe. Però quest’albero ha doti eccezionali: in Cina si dice che sia l’unico su cui si degni di posarsi il Ho*, la mitica fenice; inoltre dal suo legno si ricavano i koto** dal suono più armonioso, virtù questa che  comunemente si ritiene piacevole, ma che io giudico davvero meravigliosa.

*  Secondo la leggenda cinese, apparirebbe tutte le volte che nel mondo vengono rispettate la giustizia e la verità: avrebbe testa di gallo, collo di serpente, gola di rondine, dorso di tartaruga, coda di pesce e penne di cinque colori.

** Strumento musicale tradizionale giapponese.
 

Da Note del guanciale di Sei Shōnagon

Traduzione di Lydia Origlia.

Sei Shōnagon (966-1025) è stata una scrittrice e poetessa giapponese al servizio dell’imperatrice Teishi presso la corte imperiale di Heiankyō durante il medio periodo Heian. È l’autrice delle Note del guanciale, scritte in forma di elenco. Il testo si compone di passi brevissimi e lunghe descrizioni della vita di corte. La bellezza della scrittura di Sei Shonagon sta in gran parte “nella prodigiosa scelta dei particolari che così vivamente cristallizzano la bellezza del mutare delle stagioni”, scriveva Yukio Mishima.

Si ringrazia Cecilia Gallia per il contributo.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.