L’ortica: è pungente, ma le sue virtù non si contano

Era nota ai Sumeri, ai Greci, agli Arabi; la usavano, nel Medioevo, streghe e alchimisti. Aristofane la consigliava soprattutto come afrodisiaco; Catullo, che soffriva di disturbi respiratori, li curava con “riposo e ortica”. I medici della Scuola salernitana utilizzavano questa pianta contro insonnia, vomito, tosse, gonfiori, vari disturbi intestinali e malattie delle articolazioni. Fino a poco tempo fa i contadini usavano i suoi rami per dolorose fustigazioni contro i reumatismi e davano l’ortica in pasto a cavalli e bovini per mantenerli sani e aumentare la produzione di latte.
Non è dunque soltanto un’erbaccia molesta la nostra ortica; il liquido irritante dei suoi peli contiene urticolina e istamina, da ciò il potere revulsivo che ha la capacità di irritare la pelle e di stimolare per via riflessa gli organi sottostanti. Nelle radici e nella parte aerea sono inoltre presenti numerose vitamine e sali minerali, tannini, pectine, acido salicilico e altre sostanze.
L’ortica è consigliabile anche come alimento; le foglie più tenere, che si raccolgono “prima che arrivino le rondini” come raccomandava Aristofane, sono adatte a preparare minestre, sformati e altri piatti rimineralizzanti e depurativi.

Carla Balzanò, L’ortica: è pungente, ma le sue virtù non si contano, Gardenia n. 59, marzo 1989.

Si ringrazia per la lettura Rosa Rita Piva

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.