le castagne del Montello

Passata l’estate, quando le foglie mutano colore e cadono intirizzite al suolo, il grande albero maturò i suoi frutti. Il primo contadino che li vide caduti a terra non riusciva a credere ai propri occhi: assomigliavano ad un piccolo riccio ma il fondo era spaccato con un taglio a forma di croce e dentro erano custodite tre tonde e lucide castagne di color marrone, con in testa un simpatico ciuffo chiaro.
La gente del Montello imparò presto a far tesoro di questo frutto nutriente e saporito per sfamarsi; ci si poteva fare salse e marmellate ma più di tutto erano deliziose arrostite su una pentola forata e messa sul camino, a fuoco vivido.
La farina poteva essere impastata per fare il dolce castagnaccio e le frittelle; nelle famiglie povere molte persone da allora riuscirono a superare il rigido inverno e i morsi della fame, soltanto grazie a quel dono del cielo.

Laura Simeoni, Fiabe e leggende del Montello.

Si ringrazia per il contributo Monica Michieli.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.