Lettere a un lupo, 15 febbraio

15 febbraio

Caro lupo,
spero di poterti scrivere ancora a lungo. Non trovo le lettere che depongo. Le prendi, vero? Ieri è stato l’ultimo di Carnevale, Carneval grosso, martedì. Con mio figlio e un amico mi sono travestito da fantasma. Tre fantasmi. Uno aveva la pila, io ero pieno di campanelli, il terzo in mano reggeva uno scopino. Si appariva ballando. Abbiamo attraversato il bosco e forse ci hai visti. Avevamo tre fili di bocca rossi sul bianco. L’apparizione fra le poche case davanti al bosco, ho bussato ai vetri, ci hanno sentiti, erano stupite figure alle finestre nel gelo. Danzavamo con grazia, si vedeva da come ci guardavano, e da come eravamo felici. Poi siamo andati negli altri paesi. Tu ci seguivi? Ti udivo ululare. Giù per la montagna siamo arrivati al paese di B., dove sono tutti nostri amici, e ci aspettavano. Era la grande festa, tutti travestiti ballavano. Nella sala della festa siamo entrati e non ci hanno riconosciuti. Siamo scappati, poi siamo rientrati. Eravamo i tre fantasmi! Uno del paese, il capofesta, vestito da antico, ha cominciato a fissarci. Conosco questa gente! – ha detto. Siamo scappati. Ci hanno inseguito, su e giù per le strade del paese, a nascondino per tutta la sera. Alla fine, verso mezzanotte, sono usciti con una barca a ruote sormontata da una casetta. Ci hanno inseguiti con quella. Siamo scappati, tre fantasmi, che gelo, che sudati. Scappa scappa, avevano un faro con cui ci cercavano. Circondati di nuovo e di nuovo scappati. Poi ci siamo lasciati prendere, accodandoci alla barca. Che gioco, che notte! Voi lupi e animali giocate a nascondervi, a travestirvi? Penso, caro lupo, che il gioco e la festa profonda siano il tempo degli dèi. Gli animali hanno dèi? Salve.

G.

Si è scritto e narrato molto sui rapporti fra i lupi e gli uomini. Qualcuno ha cercato di parlare col lupo, come san Francesco, e ci è riuscito. Con molte bestie feroci che abitano in noi si può dialogare, o cercare di stabilire rapporti epistolari, come ha fatto G. Si tratta però sempre di sogni e leggende.

Lettere a un lupo da Teatro con bosco e animali di Giuliano Scabia

Giuliano Scabia è nato a Padova nel 1935. Attualmente vive a Firenze. Scrittore, poeta, drammaturgo e narratore dei propri testi è protagonista di alcune tra le esperienze teatrali più vive degli ultimi decenni.

Si ringrazia Cecilia Gallia per la lettura.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.