Il Barone rampante

L’elce era vicino a un olmo; le due chiome quasi si toccavano. Un ramo dell’olmo passava mezzo metro sopra a un ramo dell’altro albero; fu facile a mio fratello fare il passo e così conquistare la sommità dell’olmo, che non avevamo mai esplorato, per esser alto di palco e poco arrampicabile da terra. Dall’olmo, sempre cercando dove un ramo passava gomito a gomito con i rami d’un’altra pianta, si passava su un carrubo, e poi su un gelso. Così vedevo Cosimo avanzare da un ramo all’altro, camminando sospeso sul giardino.
Certi rami del grande gelso raggiungevano e scavalcavano il muro di cinta della nostra villa, e di là c’era il giardino dei D’Ondariva. […]
Tutto quel che ne potevamo vedere noi era l’affacciarsi all’orlo del muro delle foglie oscure d’una pianta nuovamente importata dalle colonie americane, la magnolia, che sui rami neri sporgeva un carnoso fiore bianco. Dal nostro gelso Cosimo fu sulla cornice del muro, fece qualche passo in equilibrio, e poi, tenendosi con le mani, si calò dall’altra parte, dov’erano le foglie e il fiore di magnolia. Di lì scomparve alla mia vista.

Il barone rampante, di Italo Calvino

Si ringrazia per la lettura Monica Michieli.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.