Le voci del bosco, l’abete bianco

Nei nostri boschi, l’albero possente, il signore del castello per il quale tutti nutrono grande rispetto è l’abete bianco.
E’ il vecchio protettore, colui che dal suo eremo, raggiunta l’età della saggezza, controlla tutto e tutti. Anche il nome, sereno e pacifico, lo aiuta. Avrebbe potuto chiamarsi in altro modo, invece si chiama abete bianco, nome che, a pronunciarlo, ti dà subito l’idea di una potenza controllata dall’equilibrio.
Alto e maestoso, si sviluppa largo e diritto. In altezza può raggiungere anche i cinquanta metri. Da lassù parla con la luna e vede tutto e tutto sa.
La sua crescita è lenta e laboriosa perché deve apprendere la difficile arte del condottiero, del grande saggio che, imparziale come Salomone, appiana e dirime tutte le dispute del bosco sul quale regna.
Tale incarico è ereditario: lui riceva da suo padre il compito di vigilare con buon senso e, alla sua morte, consegnerà al figlio il controllo del reame. Questa continuità storica gli regala un grande fascino percepito da tutti gli alberi che lo circondano di affetto. Difende le piante fragili, ascolta le confessioni amorose delle betulle, cerca di rendere umana, senza riuscirci l’acacia. Pini, aceri, faggi, tassi, larici vanno da lui quando ci sono questioni da risolvere. Protegge il frassino, che è il “diverso” del bosco, dagli insulti e dal sarcasmo dei duri maggiociondoli e carpini. […]
La corteccia del signor abete è di colore biancastro, ma non il bianco della betulla. E’ una specie di bianco cinerino con screziature più scure. Nel suo interno dorme, racchiuso in piccole e morbide ampolle, un raro liquido incolore detto “lagrimo”, miracoloso balsamo per le malattie dell’apparato respiratorio. […]
La calma dell’abete è solenne e tutti gli alberi, anche i più invidiosi e cattivi, lo accettano nel ruolo di grande controllore e padre. Non è però uno sterile applicatore di leggi e commi, bensì un sereno giudice di pace che dispone di grande sensibilità. E’ conscio della fallacità che può colpire l’animo dei suoi simili e, prima di emettere sentenze, cerca in ognuno di loro il lato buono.
Esercita l’autorità senza arroganza. Molti uomini che detengono il potere dovrebbero ogni tanto sedersi all’ombra di un abete bianco per ascoltare i suoi consigli e seguirne l’esempio.

Le voci del bosco, di Mauro Corona

Si ringrazia Monica Michieli per il contributo.

***
NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.