Crisantemi: i fiori del sole

La loro storia viene da molto lontano: in Cina, queste erbacee perenni dalle fioriture multicolori erano coltivate già al tempo di Confucio, nel 500 a.C., amatissime e considerate il simbolo della vita. Nel 386 d.C., attraverso la Corea, arrivarono in Giappone, dove acquisirono subito significato simbolico e in breve diventarono l’emblema della Casa imperiale giapponese. All’inizio del XVII secolo la loro coltivazione divenne un passatempo fra i samurai, mentre i signori feudali iniziarono a istituire speciali esposizioni e feste nei loro giardini, in seguito imitati dai semplici cittadini, che andavano ad ammirarli nei parchi pubblici.
Dobbiamo il nome scientifico del genere, Chrysanthemum, a una specie europea: il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort lo scelse, a fine Seicento, unendo i termini greci chrysos e anthemom, ovvero fiore d’oro, riferendosi probabilmente alla “margherita gialla”, cioè Chrysanthemum coranarium, indigena dell’Europa. I magnifici ibridi e varietà asiatici, infatti, cominciarono ad arrivare in Francia – grazie al mercante di Marsiglia, tale Blanchart – , solo nel 1789, dopo la riapertura delle frontiere giapponesi agli europei. Dalla Francia questi crisantemi esotici raggiunsero prima l’Inghilterra e poi il resto d’Europa (in Italia li accolse l’Orto botanico dell’Università di Pisa) e infine, nel 1798, gli Stati Uniti. Per un quanto di secolo rimasero solo una curiosità botanica, fino a che, intorno al 1830, si iniziò a ibridarli, dapprima in Francia e poi in Inghilterra.

I crisantemi di Margherita Lombardi, Gardenia n. 415, novembre 2018.

Si ringrazia per la lettura Chiara Foletto.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.