L’albero cosmico e il presepe (terza parte)

Naturalmente, queste lontane origine culturali possono essere state dimenticate; così come la memoria collettiva ha ormai perduto per strada il fatto che, storicamente parlando, l’albero di Natale – il cui impiantarsi in tutta Europa, uscendo dall’ambito del mondo germanico o ad esso immediatamente collegato, data dal romanticismo – è stato fra l’altro una risposta cristiano-tradizionalistica ai riti giacobini dell’”albero della Libertà”, a loro una volta impiantati a imitazione dell’usanza folklorica dell’”albero di Maggio”. Il fatto tuttavia è che i simboli hanno una vita propria che, quando corrisponde a un tessuto culturale profondo, finisce fatalmente con l’emergere di nuovo con l’imporsi. Così le origini germaniche, leggenda luterana a parte, richiedono che almeno ci si ponga la domanda se e fino a che punto l’albero del solstizio, carico di tutte le luci e di tutti i doni del mondo, non sia collegabile a un simbolo non puramente vegetazionale bensì cosmico: l’Albero del Mondo, che noi conosciamo soprattutto nella forma che ci viene presentata dall’Edda, quella del frassino Yggdrasil, tramite e scala fra le tre regioni cosmiche del cielo, della terra e dell’oltretomba; il frassino appeso al quale resta Odhinn nei suoi nove giorni d’iniziazione durante i quali, attraverso la morte e la rinascita, egli giunge a ottenere la sapienza contenuta nelle magiche urne.
Ma, in tema di archetipi, non potrà certo sfuggire che non è casuale se un simbolo come l’albero si è tanto profondamente imposto all’interno d’una tradizione impronta al cristianesimo.

Da L’albero cosmico e il presepe di Franco Cardini in Il Natale storia e leggende di Francesco Grisi 1988.

Lettura a cura di Cecilia Gallia.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.