L’albero cosmico e il presepe (prima parte)

Sul piano storico, la tradizione dell’albero di Natale non consente di risalire troppo addietro nel tempo. Ma la leggenda tedesca che lo vuole collegato a Martin Lutero – che, rientrando a Wittenberg in una gelida e silenziosa notte di vigilia volle ricreare adornando di candeline un abete domestico l’impressione fiabesca da lui riportata al vedere gli alberi ghiacciati, nel bosco, scintillare alla luce delle stelle – è di per sé, forse il segno d’un tentativo della Chiesa tedesca riformata di mantenere un’usanza pagana viva nel popolo attribuendole un carattere cristiano e corroborandola addirittura con l’autorità del grande riformatore. L’usanza si radicò profondamente in Germania e nei paesi scandinavi fra Cinquecento e Settecento. Ma non uscì, fino ad allora, dall’area luterana: e in particolare non raggiunse i paesi calvinisti dove anzi il Natale non veniva considerato neppure un giorno festivo. La seconda patria dell’abete natalizio viene considerata in genere l’Inghilterra, dove, dopo qualche tentativo precedente, esso compare sempre grazi ai Tedeschi, prima i sovrani della casa di Hannover – Giorgio III e soprattutto la moglie, la regina Carlotta – e poi soprattutto il principe-consorte Alberto di Sassonia-Coburgo, il celebre marito della regina Vittoria. Anzi, si può dire che l’adozione dell’abete decorato da parte delle famiglie inglesi sia in un certo senso una prova in più del loro lealismo monarchico: pare difatti che essa sia in gran parte dipesa dalla volontà di imitare le feste natalizie di corte.
Negli Stati Uniti, invece, la diffusione dell’usanza è di origine più chiaramente popolare, e data forse anche da prima. Furono i mercenari provenienti dall’Assia che militavano nelle file di Sua Maestà, al tempo della guerra di indipendenza, a propagandarla; ma essa doveva già esser nota, con certezza, se non altro fra i coloni tedeschi di Pennsylvania.

Da L’albero cosmico e il presepe di Franco Cardini in Il Natale storia e leggende di Francesco Grisi 1988.

Lettura a cura di Cecilia Gallia.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
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