I Santi e la Campagna

Una volta il 1° dicembre si diceva in Toscana: “Per Sant’Ansano uno sotto e uno in mano”, perché le vecchiette infreddolite mettevano uno scaldino sotto le gonne e un altro lo tenevano in mano: oramai l’inverno mordeva con il suo gelo. Il giorno seguente guai se piove perché “Se piove per Santa Bibiana piove quaranta dì e una settimana”. Ma non cercate la santa nel calendario liturgico generale perché è stata cancellata: la si ritrova ormai soltanto nel calendario diocesano di Roma, dove fu martirizzata. Al 6 dicembre i contadini ricordano le rondini, partite in autunno e ormai giunte in Africa: “San Nicolò di Bari, la rondine passò i mari”. Non ha più senso invece un proverbio valido nel Medioevo quando il solstizio d’inverno cadeva il 13 dicembre a causa del calendario giuliano che anticipava di un giorno ogni 125 anni: “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”. Con la riforma calendariale di Gregorio XIII del 1582 il solstizio fu riportato al 21 dicembre. Ma non si può nemmeno dire “Per San Tommé le giornate s’allungano quanto il gallo alza il pié”, cioè lentamente, perché la festa di San Tommaso è stata spostata al 3 di luglio. Si dovrebbe anche cancellare il proverbio che invita ad ammazzare il maiale nell’ultima decade di dicembre, “Per San Tommé piglia il porco per lo piè”, a meno di non spostarne la data di qualche giorno, al 29 dicembre, quando si festeggia un santo omonimo, San Tommaso Becket di Canterbury. Al 28 dicembre invece si ricorda che dopo le pazze spese natalizie poco o nulla rimane in banca o in cassaforte: “Per i Santi Innocentini sono finite le feste e i quattrini”.

Lunario di dicembre, di Alfredo Cattabiani. Tratto da Gardenia n. 68, dicembre 1989.

Si ringrazia per la lettura Chiara Foletto.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.