10 cose da sapere sulle bacche di ROSA CANINA

1. La bacca di rosa canina è un “falso-frutto” selvatico, in botanica il suo nome scientifico è cinorrodo, di colore rosso intenso, ovale, dalla superficie liscia, la cui pianta è cespugliosa, “pioniera”, spontanea un po’ ovunque di incolti e di terreni poveri di nutrienti.

2. I cinorrodi di rosa canina si raccolgono dopo la prima gelata affinché la polpa diventi morbida, più tenera. In alternativa le bacche possono essere riposte in congelatore per alcune ore per servircene nell’immediato.
3. Dalle virtù toniche e astringenti, la rosa canina dal sapore acidulo è ricchissima di vitamina C. 100 g di rosa canina contengono la medesima quantità di vitamina C di un chilogrammo di arance, circa 2200 mg. La sua ricchezza in vitamina C ne fa un alimento di eccellenza per le problematiche a carattere respiratorio (tosse, raffreddore, faringiti, tonsilliti) e quindi la rosa canina svolge anche e soprattutto un’azione preventiva a protezione di tutto l’apparato respiratorio.
4. In presenza di malattie da raffreddamento ottimo è il decotto di rosa canina con azione riscaldante. Le bacche fresche aperte e ripulite dai semi e dalla peluria vengono fatte bollire (una decina di bacche fresche in 250 g di acqua) per 5 minuti con della scorza di limone biologico. Filtrata con un colino a maglie sottili la tisana si può dolcificare a piacimento con zucchero di canna o miele.
I cinorrodi una volta aperti e privati di semi e peluria possono essere lasciati essiccare in vicinanza di un termosifone o a bassa temperatura in forno ventilato per essere poi adoperata per altri infusi o preparati.
5. La rosa canina svolge azione antinfiammatoria, tonica, stimolante del sistema immunitario, depurativa, diuretica. Per impieghi diversi si consiglia di ricorrere alla consulenza di un esperto erborista per poter beneficiare al meglio dei principi attivi contenuti nelle sue bacche. Va consumata moderatamente in gravidanza e durante l’allattamento.
6. In cucina la rosa canina è da sempre impiegata. I Romani facevano uso delle sue bacche per confezionare marmellate e sciroppi, e dei suoi fiori per preparare delle elaborate pietanze “piatto di rose con cervella, uova, vino e salsa di pesce”.
7. Sul suo nome, Plinio il Vecchio racconta che la denominazione “canina” è dovuta al fatto che gli antichi Greci ritenevano che le sue radici potessero curare la rabbia provocata dai morsi dei cani.
8. Le bacche per il loro impiego in cucina vanno private dei semi e dei pelini irritanti delle mucose della gola. Per evitare un lungo lavoro di pulitura delle bacche, si consiglia di cuocere i frutti interi in acqua e poi passarli con un passaverdure a maglie sottili.
Ottima la composta di mele e rosa canina. I frutti di rosa canina fatti lessare in poca acqua con qualche mela ridotta a tocchetti vengono poi passati al passaverdura e aromatizzati con cannella e dolcificati con miele.
La composta è ottima accompagnata calda con dei cucchiai di yogurt o panna montata per ricavarne un dessert divino.
Con la composta si possono preparare crostate, farcire crepes e bigné, e preparare degli ottimi muffin.

9. Cosmesi naturale. Con le bacche si può ottenere un oleolito antirughe da usare direttamente sulla pelle, massaggiando contorno occhi e rughe di espressione.
Le bacche fresche ripulite dei semi interni vanno pestate grossolanamente in un mortaio o tagliuzzate. Trasferite in un vaso trasparente vanno ricoperte di olio. Si lasciano macerare per una lunazione, 28 giorni al sole. Poi si filtra l’oleolito con un colino a maglia sottile o con una garza.
Per la preparazione dell’oleolito si consiglia l’utilizzo di olio di mandorle o di germe di grano, altrimenti olio extravergine di oliva (se il trattamento viene fatto al corpo).
10. Scrub alla rosa canina per pulire il corpo dalle tossine.
Ingredienti: 2 cucchiai di argilla verde, 2 cucchiai sale marino integrale, 1 cucchiaio oleolito di rosa canina, 1 cucchiaio di yogurt naturale.
Ogni 10 settimane o perlomeno nei cambi di stagione, sarebbe utile fare il peeling di tutto il corpo: “spellare” e rimuovere strofinando o sfregando con un massaggio fatto con una spugna naturale lo strato corneo superficiale dell’epidermide per rinforzare i tessuti e stimolare la circolazione. E’ preferibile massaggiare la pelle, partendo dai piedi o dalle mani con movimenti longitudinali sempre in direzione del cuore. Si comincia delicatamente aumentando la pressione poco alla volta. Il massaggio può durare da 5 a 10 minuti finché la pelle si arrossa leggermente per irrorare e riattivare i tessuti della pelle.