… ogni giardino è diverso

…ogni giardino è diverso: ha la sua personalità, che non dobbiamo piegare, la sua geografia e la sua cultura. L’italiano è geometrico e formale, il francese simmetrico e sontuoso, l’inglese più selvatico e meno incline alla visione d’insieme, il persiano è come un tappeto, un microcosmo profumato con al centro l’ombelico della fontana. “Né un fiore, né un’ombra”, dice Barthes del giardino giapponese, “Dov’è l’uomo? Nel trasporto di rocce, nella traccia del rastrello, nel lavoro della scrittura”.
Anche il giardino è un paesaggio. Foucault diceva che è “la più piccola particella e al contempo la totalità del mondo”. Eterotopia per eccellenza, luogo di convivenza di più spazi immaginari, il giardino è una contestazione mitica e reale dello spazio in cui viviamo. Come l’isola e l’oasi, e come il cimitero (che è il giardino dei morti), ha l’aspetto magico degli spazi separati e conchiusi.
Con i giardini si potrebbe raccontare la storia degli umani (e ovviamente degli animali). A partire dal Cantico dei Cantici, dove il corpo-giardino è protagonista sensuale e religioso: “Venga il mio diletto nel suo giardino/ e ne mangi i frutti squisiti”. O, ancor prima, dall’Eden, il giardino più famoso, parola ebraica che significa “luogo di delizie”, “campagna” o, in altre traduzioni, “luogo in cui scorre molta acqua”. Un posto da cui siamo stati cacciati e che sembra corrispondere alle fantasie di paesaggio ideale… (infatti)… per indicare un posto di vacanza meraviglioso, capita di sentir dire: “che paradiso terrestre!”.
“Paradiso in terra, paradiso terrestre”, borbotta Pia Pera. “Non ricordo più dove, Kafka ha scritto che ci sarebbe da chiedersi non perché l’uomo abbia perduto il paradiso terrestre, ma perché non faccia nulla per tornarci. A lui, cittadino di Praga, forse è sfuggito che chiunque torni alla campagna, chiunque voglia per sé un giardino, è spinto da questo desiderio, di un ritorno all’Eden”. Un Eden fatto in casa, che ci consente, in cambio di molta fatica, di contenere il caos e benevolmente “barare con le leggi della natura”.

Da Mindscapes – psiche nel paesaggio di Vittorio Lingiardi, Raffaello Cortina Editore, 2017

Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore ordinario di Psicologia dinamica alla Sapienza Università di Roma, dove dal 2006 al 2013, ha diretto la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica.

Un ringraziamento a Cecilia Gallia per il suo contributo.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.