Vandana Shiva sui semi

Il seme è il fondamento della vita, del cibo, dell’agricoltura. Eppure i contadini, che per tutta la storia sono stati gli artefici del miglioramento e della moltiplicazione dei semi, sono stati in fretta esclusi dalla produzione dei semi. Adesso sono trattati da consumatori di una risorsa non rinnovabile, brevettata, venduta dall’industria, che sta sempre più monopolizzando l’approvvigionamento delle sementi. E l’esclusione dei contadini dalla scelta dei semi ha lasciato tutti più poveri: i contadini stessi, i sistemi conoscitivi e di ricerca, i nostri regimi alimentari e la ricca biodiversità della terra.
L’industri seleziona per l’uniformità, sia perché vuole vendere lo stesso seme in diversi ecosistemi, ma anche perché l’industria sementiera è anche industria chimica e i concimi e gli altri additivi chimici esigono le monocolture. Anche se l’uniformità come criterio è stata sviluppata per rispondere agli interessi specifici dell’industria e dell’agricoltura industriale, è stata imposta all’agricoltura contadina e ai poderi familiari di piccola scala che hanno bisogno della diversità per la sicurezza alimentare come per la flessibilità. L’uniformità è stata innalzata a principio universale ed è considerata il fondamento della scienza della selezione dei semi e della legge della proprietà dei semi, sia con i diritti di selezione che con i brevetti.
La conseguenza di privilegiare l’uniformità è stata la scomparsa dell’agrobiodiversità. Secondo la conferenza della FAO sulle risorse fitogenetiche, abbiamo perso il 75% della biodiversità in agricoltura a causa dell’introduzione delle monocolture industriali.
Un’altra conseguenza è l’erosione del diritto dei coltivatori di salvare, migliorare, scambiare e commercializzare i propri semi. I contadini cadono spesso nella spirale dei debiti per comprare sementi come proprietà non rinnovabile per la quale devono essere pagate delle royalties. In India 270.000 contadini si sono suicidati negli ultimi 15 anni, soprattutto nelle zone dove si coltiva il cotone.
Una terza conseguenza è la concentrazione dell’offerta dei semi nelle mani delle grandi corporazioni commerciali. In India il 95% dei semi di cotone è ora geneticamente modificato.
Una quarta conseguenza è la vulnerabilità in un’epoca di cambiamenti climatici.
Una quinta conseguenza è la scomparsa delle qualità nutritive e del gusto dai nostri semi e dal cibo…
Dobbiamo riportare i contadini a coltivare le varietà per la biodiversità, per loro stessi, per la sicurezza alimentare e per il futuro.

Da PRODURRE I PROPRI SEMI – manuale per accrescere la biodiversità e l’autonomia nella coltivazione delle piante alimentari di Salvatore Ceccarelli
Dall’Introduzione di VANDANA SHIVA

Un ringraziamento per il contributo a Cecilia Gallia.

***
NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.