Comunità del cibo

Una comunità implica anche la ridefinizione di un sistema sociale, ovvero un cambiamento radicale nei meccanismi dello stare insieme ad altre persone, eliminando gerarchie e verticismi di cui sono spesso impregnati anche i movimenti.
La costruzione di una comunità può nascere da un’occasione ma non deve esaurirsi in essa. Spesso ha origine da esigenze materiali e funziona se diventa fucina di idee e arricchimento culturale, attraverso condivisione di pensieri, di modo da creare una vicinanza ideale, ancor prima che spaziale. Lo spazio può aiutare a creare un senso di comunità grazie alla facilità delle relazioni, ma è la condivisione profonda di idee che mantiene saldo il senso di appartenenza ad essa e proprio nell’estensione sui territori può trovare linfa vitale affinché un gruppo che lentamente si accresce possa continuamente confrontarsi e scambiare esperienze.
Tante sono le possibili strade da percorrere per creare comunità: a Torino la creazione di un orto in un centro sociale ha incuriosito e dunque permesso di abbattere il muro di diffidenza che regnava tra i cittadini del quartiere. Ora quei cittadini partecipano ben oltre la gestione di un piccolo orto in città, arrivando a immaginare la gestione collettiva di terre per un’autoproduzione che ha il sapore di reale alternativa al modello economico, crea reddito (diretto e indiretto) ma soprattutto unisce. Quanto la comunità riesce a soddisfare i bisogni partendo da se stessa e senza delegare, realizza un’altissima forma di autogestione. La diffusione sui territori, allora, è il volano per moltiplicarle pratiche.

Da GENUINO CLANDESTINO – viaggio tra le agricolture resistenti ai tempi delle grandi opere
Testi di Michela Potito e Roberta Borghesi
Michela Potito, laureata al DAMS e specializzata in storia e cultura dell’alimentazione, vive nella campagna bolognese.
Roberta Borghesi, dopo il dottorato in geografia, coniuga il lavoro di ricerca freelance e la vita nelle campagne dell’Appennino bolognese.

Si ringrazia per il contributo Cecilia Gallia.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.