Gran Paradiso

Là era il regno di camosci e stambecchi, da generazioni risparmiati dalla caccia, perciò poco timorosi del passaggio di esseri umani. Quando sui sentieri sbucavo leggero dal bosco nelle incantate radure prative, o inerpicandomi per le tracce più sottili avvicinavo creste turrite, a ogni momento mi trovavo tra le loro agili figure; mi vedevo, ora concretamente, correre sul loro stesso terreno, innalzarmi dove il loro balzare era abituale, affacciarmi sui loro pulpiti, tuffarmi in discese favolose su pendii dove in pochi minuti si poteva passare da un capo all’altro di un vallone, ed erano accanto a me. Rallentavo e giravo largo se scorgevo femmine coi piccoli, per evitare spaventi. Ma una volta rischiammo uno scontro di danza: scendevo a perdifiato lungo un sentiero che traversava un pendio molto ripido, ormai al termine del crepuscolo, di ritorno da un solitario tremila della Valsavarenche; un camoscio correva a sua volta a balzi prodigiosi lungo la massima pendenza, ma nell’oscurità non riuscivamo a vederci; ci venimmo incontro seguendo una misteriosa coreografia al buio, e infine ci sfiorammo, con tale rapidità da cogliere solo un guizzo di sagome; ma io sentii sul volto il vento indimenticabile della sua corsa. Pochi anni dopo nella stessa valle, avrei vissuto un altro minuto memorabile: correvo su un alto ripiano, quando uno stambecco dalle grandi corna emerse al mio fianco lanciandosi in una corsa parallela. Per un tempo che mi parve lunghissimo, ci trovammo in corsa fianco a fianco, al galoppo sul suolo risonante, senza che nessuno dei due cambiasse strada, senza titubanze, come a condividere un momento estatico tra animale e uomo, slanciati in avanti per la sola bellezza dell’istante.

Franco Michieli, L’estati della corsa selvaggia, Ediciclo editore 2016.

Si ringrazia per la lettura Nicola Fontana.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.