Tre cavalli

Così mi trovo a stare la giornata in un giardino a badare ad alberi e fiori e a stare zitto in molti modi e dentro qualche pensiero di passaggio, una canzone, la pausa di una nuvola che toglie sole e peso alla schiena.
Vado per il campo con un nuovo alberello di melo da piantare.
Lo metto giù, lo giro, guardo i suoi rami appena accennati tentare posto nello spazio intorno.
Un albero ha bisogno di due cose: sostanza sotto terra e bellezza fuori. Sono creature concrete ma spinte da una forza di eleganza. Bellezza necessaria a loro è vento, luce, uccelli, grilli, formiche e un traguardo di stelle verso cui puntare la formula dei rami.
La macchina che negli alberi spinge linfa in alto è bellezza, perché solo la bellezza in natura contraddice la gravità.
Senza bellezza l’albero non vuole. Perciò mi fermo in un punto del campo e chiedo. “Qui vuoi?”.
Non mi aspetto una risposta, un segno nel pugno in cui tengo il suo tronco, però mi piace dire una parola all’albero. Lui sente i bordi, gli orizzonti e cerca un punto esatto per sorgere.
Un albero ascolta cométe, pianeti, ammassi e sciami. Sente le tempeste sul sole e le cicale addosso con la stessa premura di vegliare. Un albero è alleanza tra il vicino e il perfetto lontano.
Se viene da un vivaio e deve attecchire in suolo sconosciuto, è confuso come un ragazzo di campagna al primo giorno di fabbrica. Così lo porto a spasso prima di scavargli il posto.

Erri De Luca è nato a Napoli nel 1950 in una famiglia della media-borghesia.
Ha diciotto anni nel 1968, a partire da quest’epoca abbraccia l’azione politica, respingendo la carriera diplomatica alla quale era avviato. Sarà in seguito operaio qualificato alla FIAT, magazziniere all’aeroporto di Catania, camionista, poi muratore. Benché non abbia smesso di scrivere dall’età di vent’anni, il suo primo libro, Non ora, non qui, viene pubblicato in Italia soltanto nel 1989. Ha praticamente quarant’anni e continua a lavorare nell’edilizia. Collabora a diversi giornali (La Repubblica, Il Manifesto…) e oltre i suoi articoli d’opinione, scrive anche di montagna. E’ ugualmente un alpinista emerito. Vive oggi nella campagna romana.

Si ringrazia Cecilia Gallia per il prezioso contributo.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.