Sogno di maggio

Mi sembrava che fosse maggio,
saranno ora cinque anni, o forse più:
sognavo d’essere nel mese di maggio,
nella stagione dell’amore e della gioia;
nella stagione in cui tutto si rallegra,
perché non si vede cespuglio né siepe
che a maggio non voglia ornarsi
e rivestirsi di foglie novelle.

Riprendono il loro verde gli alberi
che nel lungo inverno erano spogli.
La terra stessa si vanta
della rugiada che le dà freschezza,
e dimentica l’aridità
in cui tutto l’inverno ha vissuto.

La terra diviene così superba,
che vuole avere una veste nuova,
e la prepara con cento combinazioni di colori.

Erba verde, fiori bianchi, violetti e di altri mille colori:
è questa la veste di cui si vanta la terra.

Gli uccelli, rimasti in silenzio
nel freddo e rigido inverno,
a maggio sono così lieti della tiepida primavera
che mostrano cantando
d’aver tanta gioia nel cuore.

L’usignolo allora dà prova
delle sue doti canore e fa festa
e anche il pappagallo e la calandra
s’abbandonano ai piaceri primaverili.

Questo è anche il tempo in cui i giovani
sono felici e innamorati,
così bella e soave è la stagione!

Ha cuore di pietra chi a maggio non ama,
pur sentendo cantare sui rami
così dolci e teneri uccelli!

Sogno di Maggio, fa parte del Roman de la Rose, poema narrativo allegorico, dedicato alla sua dama, scritto, nella prima parte, da Guillaume de Lorris, attivo intorno al 1230.
Guillaume, chierico e poeta, ne scrisse soltanto i primi 4.058 versi, la morte lo colse prima che potesse terminarlo. Una quarantina d’anni dopo Jean de Meun, ne continuò la composizione.

Si ringrazia Cecilia Gallia per il contributo.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.