Le vie dei Canti

Il walkabout, parola intraducibile … è il sistema di percorsi attraverso cui le popolazioni dell’Australia hanno mappato l’intero continente. Ogni montagna, ogni fiume e ogni pozzo appartiene a un insieme di storie/percorsi – le vie dei canti – che, intrecciandosi di continuo, formano un’unica “storia del tempo del Sogno”, la storia dell’origine dell’umanità. A ognuno di questi percorsi è collegato un canto e a ogni canto è collegata una o più storie mitologiche ambientate nel territorio. L’intera cultura degli aborigeni australiani – tramandata di generazione in generazione attraverso una tradizione orale tuttora attiva – è fondata su una complessa epopea mitologica fatta di storie e di geografie che insistono nello stesso spazio. Ogni via ha un proprio canto e l’insieme delle vie dei canti costituisce una rete di percorsi erratico-simbolici che attraversano e descrivono lo spazio, come una sorta di guida cantata. È come se il Tempo e la Storia venissero ogni volta riattualizzati “camminandoli”, ripercorrendo i luoghi e i miti ad essi collegati in una deambulazione musicale e allo stesso tempo religiosa e geografica.

Walkscapes–camminare come pratica estetica di Francesco Careri, Piccola Biblioteca Einaudi 2006.

Il disegno è un’incisione rupestre di BEDOLINA in Val Camonica risalente al 10.000 a.C. circa. E’ una delle prime mappe raffiguranti un sistema di percorsi incisa su una roccia della Val Camonica. Rappresenta il sistema di connessioni della vita quotidiana di un villaggio paleolitico, tra i diversi elementi del territorio: capanne, palafitte, campi recintati, zone per il bestiame… uomini e animali.

Francesco Careri (Roma 1966) è membro di Stalker / Osservatorio Nomade, una struttura aperta e interdisciplinare che compie ricerche e progetti sulla città attraverso l’esperienza diretta degli spazi complessi e l’interazione con gli abitanti. È ricercatore presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre, dove tiene un corso di Arte Civica sperimentando con gli studenti metodi di riappropriazione e di intervento diretto nello spazio pubblico.

Si ringrazia Cecilia Gallia per il suo contributo e la lettura.

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NUVOLARIO di PAROLE
Bellezza, stupore e meraviglia richiamano ad un ascolto profondo della Natura. Oltre l’avventura di camminare, girovagando per scoprire nuovi paesaggi, nuovi scenari naturalistici, desideriamo ora accompagnarvi in un luogo immaginario, di condivisione di scritti e liriche, che intendono dar voce a storie, vissuti, esperienze di vicinanza alle piante, agli animali, al mondo inanimato, alla Terra e al Cielo.
…uno spazio aperto in un intervallo atemporale che ci piace chiamare: NUVOLARIO di PAROLE.