Self-guided tour a Castello sulle tracce di Pinocchio tra fantasia e storia
L'Erba Canta ideatrice e curatrice di questa iniziativa, ha ripreso le tappe comunali sulle "tracce di Pinocchio" per realizzare un circuito esplorativo del borgo di Castello, "un self-guided tour", un'audioguida turistica destinata a adulti e bambini.
Il progetto realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, si concretizza in un itinerario a Castello completo di 6 podcast che raccontano di Pinocchio, del suo autore, Carlo Collodi e di quel territorio che si trova a confine tra il Paese dei Balocchi, il Comune di Sesto Fiorentino e la Città degli Acchiappacitrulli, Firenze.
Sono in molti a credere che i paesaggi fantastici di Pinocchio abbiano delle corrispondenze geografiche e territoriali. Carlo Lorenzini non fa menzione di nomi di paesi, di vie e di luoghi, le sue ambientazioni in Pinocchio rimangono ANONIME, seppur fantasiose, riconducono nella memoria popolare a persone e a posti realmente esistiti.
E' così che nel 2008, i Comuni di Sesto Fiorentino e di Firenze in collaborazione con il Quartiere 5, hanno realizzato un percorso segnaletico intitolato “Sulle tracce di Pinocchio: itinerario tra il fantastico e il reale”, indicando in 12 tappe i luoghi che secondo le leggende popolari hanno ispirato Collodi e, hanno tracciato 3 itinerari, il primo a Castello, il secondo a Peretola e il terzo a Sesto Fiorentino.
Il Self-guided tour è un KIT da viaggio che si compone di:
- audioguida (formato PODCAST) con narrazione dei luoghi e dei personaggi di Pinocchio e degli aneddoti della vita di Collodi da ascoltare in preparazione e nel corso della camminata;
- una traccia GPX con l’itinerario dettagliato;
- una mappa con indicazioni su servizi e informazioni logistiche della zona.
Per concludere il progetto ha voluto combinare assieme elementi della storia del territorio e della vita di Carlo Collodi, mantenendo viva la memoria di un capolavoro della letteratura per l'infanzia, "Pinocchio", che ha radici nella tradizione culturale toscana e che continua ad allietare grandi e piccini di tutto il mondo.
L’ITINERARIO
Percorso di Km 5 circa
Dislivello di 150 m
Difficoltà: facile
Il percorso ha inizio nei pressi di Villa Bel Riposo, dove Collodi soggiornò per breve tempo, transita da Villa Corsini, percorre le tappe sui "luoghi di Pinocchio" toccando "la bottega di Mastro Ciliegia", "la strada del Paese", "La Scuola" e infine giungendo all'incantevole villa medicea di Castello.
Dopo la facoltativa visita al giardino rinascimentale della villa, l'itinerario prosegue per via Giovanni di San Giovanni, trovandosi di fronte Villa Il Pozzino. Sale le pendici di Monte Morello lungo un sentiero che conduce alla Chiesa di Santa Lucia alla Castellina e su strada asfaltata si giunge a un bivio che imbocca via della Covacchia che consente di scendere verso la Chiesa di San Michele a Castello. A pochi passi si trova poi l'ingresso di Villa La Petraia, altra villa medicea i cui interni sono da visitare
AUDIOGUIDA sulle tracce di Pinocchio
AUDIOGUIDA per tappe
10 le tappe lungo l'itinerario + 1 dedicata alla Quercia Grande
1. tappa – Villa Il Bel Riposo
VILLA IL BEL RIPOSO
In via della Petraia n. 29
https://goo.gl/maps/SRZ1SDZwkgBvpXV87
Qui Carlo Lorenzini soggiornò per un breve periodo, ospite del fratello Paolo, direttore dell’Antica Manifattura Ginori di Doccia.
La Manifattura Ginori è stata una delle prime fabbriche del contado, oggi l’antico edificio è sede della Biblioteca Comunale di Sesto Fiorentino. Negli anni ’50 del Novecento l’indotto di Doccia venne dismesso. Nel 1864 all’interno della manifattura venne allestito un museo per l’esposizione delle porcellane antiche e moderne. Oggi la collezione Richard-Ginori è di proprietà statale, e il nuovo museo in via di allestimento è in uno stabile in via Pratese.
Per saperne di più:
Museo Ginori a Sesto Fiorentino
https://goo.gl/maps/WnK1Y5Pf84DK5T5A8
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Podcast
I luoghi di Pinocchio
Villa il Bel Riposo
2. tappa – Villa Corsini
VILLA CORSINI con il suo giardino all'italiana
Appartenuta ai Palla Strozzi, nel 1460 venne acquistata dal consigliere del Duca Cosimo I, Cristofano Rinieri che incaricò l'architetto Niccolò Tribolo della ristrutturazione. Da casale rurale venne trasformata in villa con giardino. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1697 passò a Lucrezia Rinuccini, moglie del marchese Filippo Corsini, membro dell’Accademia della Crusca.
Oggi Villa Corsini ospita una sezione del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Di pregio la collezione Medici-Lorena di ritratti scultorei romani e gli oggetti provenienti dai corredi funebri delle necropoli etrusche rinvenute nella piana fiorentina.
Per saperne di più:
https://www.piccoligrandimusei.it/wp-content/uploads/2014/04/8680_Guida_Villa-Corsini_web.pdf
http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/index.php?it/189/firenze-villa-corsini-a-castello
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Podcast
Villa Corsini
3. tappa – La bottega di Mastro Ciliegia
LA BOTTEGA DI MASTRO CILIEGIA
https://goo.gl/maps/rdbzrxL33DMG4zCn8
Fino al 1930 in questo gruppo di case c'era ancora la bottega del falegname del paese di Castello, soprannominato "Bistino", che costruiva tavoli, finestre e porte per le case del borgo.
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Podcast
La bottega di Mastro Ciliegia
4. tappa – La strada del paese
LA STRADA DEL PAESE
https://goo.gl/maps/596ErjSFLtoNbFn58
Dal centro di Castello, dalla "carriera" (l'antica strada maestra per Prato), scendendo giù per via "arta" (oggi via di Collodi e via Carlo Lorenzini), si raggiunge un antico casolare, simile alla descrizione della casa di Geppetto.
La strada principale di Pinocchio potrebbe essere via Reginaldo Giuliani, che ricalca il tracciato della Cassia, via consolare romana.
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Podcast
La strada del paese
5. tappa – La scuola
LA SCUOLA in via Giulio Bechi
https://maps.app.goo.gl/8TqQZX69ZFWG96vW6
Qui nella vecchia via della Stazione si trovava la scuola comunale frequentata dai bambini di Quarto, Castello e Quinto. Negli anni 1923-24 la scuola fu trasferita presso Villa Reale.
Il vecchio edificio scolastico fu demolito molti anni dopo.
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Podcast
La scuola
6. tappa – Villa Reale di Castello
VILLA REALE DI CASTELLO
In piazza delle Lingue d'Europa
Nel 2005 l'Accademia della Crusca fu promotrice del primo convegno intitolato "La Toscana per le lingue d'Europa", nel 2007 il piazzale antistante la villa di Castello fu dedicato alle "lingue d'Europa".
I Medici acquistarono la proprietà nel 1477.
A decretarne lo splendore è stato Cosimo I, che diciottenne eletto Duca di Firenze, decise di coinvolgere i maggiori artisti dell'epoca (il Pontormo, il Bronzino, il Volterrano, il Tribolo, il Giambologna, l'Ammannati) per i lavori di ingrandimento e abbellimento.
I Medici comprendono che l'autorità politica non deriva dalla potenza dell'esercito, bensì dalle relazioni che si vanno a stabilire con le famiglie aristocratiche e la Chiesa, ne consegue la necessità di dare una forma monumentale alla propria presenza sul territorio.
Il giardino di Castello viene concepito come uno spazio di "propaganda politica": dal "disordine naturale", la selva alle pendici di Monte Morello, si giunge all'"ordine", alla celebrazione del potere, con la fontana di Ercole e Anteo, dove Ercole, il nuovo duca di Firenze sopraffà gli avversari, incarnati nel mito di Anteo.
Oggi nel palazzo ha sede l'Accademia della Crusca, fondata nel 1583 a salvaguardia e per lo studio della lingua italiana.
Per saperne di più:
https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_medicea_di_Castello
https://villegiardinimedicei.it/villa-medicea-di-castello/
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Podcast
Villa Reale di Castello
7. tappa – Villa Il Pozzino
VILLA IL POZZINO
Via di Giovanni da San Giovanni
Via dedicata al pittore del Seicento fiorentino, Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da San Giovanni, perché originario di San Giovanni Valdarno.
Pozzino, prende nome dal pozzo del cortile interno. Dall'edificio spicca la torre medievale duecentesca, l'altana affrescata nel Seicento da Pietro Salvestrini, allievo di Bernardino Poccetti e il muretto decorato con urne e statue in terracotta.
Per saperne di più:
https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Il_Pozzino
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Podcast
Villa il Pozzino
8. tappa – Convento e Chiesa di S. Lucia a Castellina, la piana fiorentina e Castello, il borgo tra la Città degli Acchiappacitrulli e il Paese dei Balocchi
CONVENTO e CHIESA di SANTA LUCIA ALLA CASTELLINA
Il convento, sorto su un antico edificio prima etrusco e poi romano, era un vicariato carmelitano. Oggi conserva lo stile barocco dell'ultimo restauro avvenuto intorno al 1640.
La chiesa del 1626-27, di impronta barocca, è ricca di affreschi e tra le opere pittoriche più importanti l'Assunta con il Bambino e i Santi, del Volterrano (1682).
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Podcast
Convento e Chiesa di S. Lucia a Castellina
La piana fiorentina
Castello e la città degli Acchiappacitrulli
Sesto Fiorentino, il Paese dei Balocchi
9. tappa – Da via della Covacchia alla Chiesa di S. Michele a Castello
Da via della Covacchia alla chiesa di San Michele a Castello
La chiesa di San Michele a Castello è di probabile fondazione longobarda. E’ stata favorita dalla vicinanza della famiglia granducale medicea che ha commissionato nel Seicento alcuni interventi di ammordenamento: l'ampliamento del portico e del sagrato a cura dell'architetto Gherardo Mechini e il campanile edificato su disegno di Giulio Parigi.
Al suo interno tra le opere più importanti una tavola trecentesca raffigurante la Madonna in trono tra i santi Stefano e Lorenzo, attribuita al pittore di scuola giottesca Pacino di Bonaguida o alla bottega del Maestro della Santa Cecilia.
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Podcast
Da via della Covacchia alla Chiesa di S. Michele a Castello
10. tappa – Villa Petraia
VILLA PETRAIA
Dell'antico castello medievale, l'architetto Bernando Buontalenti lasciò il torrione centrale, attorno al quale sviluppò la villa cinquecentesca. Al piano terra fu realizzato il cortile, cuore dell’edificio, affrescato con "i fasti medicei" dal Volterrano. Gli appartamenti, arredati secondo il gusto di Re Vittorio Emanuele II e la "Bella Rosina", conservano gli arredi di pregio dell'epoca sabauda.
Per saperne di più:
http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/index.php?it/185/firenze-villa-medicea-della-petraia
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Podcast
Villa Petraia
La Quercia Grande
La Quercia Grande in via del Querciola, angolo via di Castello
https://maps.app.goo.gl/m6V3PHKsFTZ5J7dCA
Fra gli abitanti di Castello è rimasta memoria di una quercia secolare, presente in questo luogo nella prima metà del Novecento, probabilmente abbattuta durante la II guerra mondiale.
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Podcast
La Quercia Grande
APPROFONDIMENTI
Collodi, il babbo di Pinocchio
Biografia essenziale di Carlo Lorenzini, Collodi, intellettuale fiorentino, giornalista, scrittore e traduttore.
Podcast: Collodi, il babbo di Pinocchio
La storia di Pinocchio
Breve riassunto de Le avventure di Pinocchio e qualche notizia sulla sua creazione e prima pubblicazione.
Podcast: La storia di Pinocchio
Pinocchio e i suoi personaggi
Presentazione essenziale dei principali protagonisti con citazioni dal testo e testimonianze di altri scrittori.
Podcast: Pinocchio e i suoi personaggi
Paola Lorenzini, la famiglia
In una breve intervista, la pronipote di Collodi, condivide alcuni ricordi del celebre zio tramandati in famiglia.
Podcast: Paola Lorenzini, la famiglia
IN GIRO CON PINOCCHIO
- La Firenze di Collodi
- Peretola e Osmannoro, le tappe della geografia di Pinocchio
- I luoghi di Pinocchio a Sesto Fiorentino
Percorso turistico nella Firenze di Carlo Lorenzini, Collodi
Citazioni e luoghi sono tratti dal libro “Collodi e Pinocchio” di Paolo Lorenzini, Salani Editore
In via Taddea n. 21 nacque nel 1826 il primogenito di Angiolina Orzali e di Domenico Lorenzini, Carlo Lorenzini, battezzato al battistero con i nomi di Carlo, Lorenzo, Filippo, Giovanni.
Poco lontano in Piazza del Mercato Centrale di San Lorenzo, lo scultore Thomas Cecchi nel 2006 ha realizzato un Pinocchio in bronzo, seduto sopra un grande libro. L’opera è stata omaggiata al Comune di Firenze da Stefano Bondi gestore della trattoria ZàZà.
La famiglia si trasferì nel 1831, in via Sant’Apollonia oggi via XXVII Aprile, in una casa ad angolo con piazza Barbano ora piazza Indipendenza.
In via Martelli Carlo Lorenzini frequentò nel 1841 il corso di Retorica e Filosofia presso gli Scolopi di San Giovannino di Firenze (oggi Liceo Galilei).
In via Vacchereccia risiedeva la libreria Piatti gestita dal Sig. Giuseppe Aiazzi dove nel 1842 Collodi trovò impiego durante le vacanze estive.
Per un breve periodo fu ospite di Padre Zipoli, in via degli Alfani, professore di latino e greco al Liceo di via Martelli e conoscitore di diverse lingue. “Nel tempo che rimase con lo Zipoli, Carlo si perfezionò nella lingua francese, imparò a leggere la musica e a suonare il pianoforte”.
In via dei Balestrieri oggi via del Proconsolo si trovava la libreria Editrice Felice Paggi, di fronte al Palazzo Nonfinito (che oggi ospita il Museo di antropologia ed etnologia) luogo frequentato da Collodi e dai suoi colleghi. L’editore Paggi pubblicò diversi libri per bambini di Collodi, a partire da Giannettino. Si racconta che durante una visita del Collodi in tipografia, Cesare Moder in disparte lo richiamò, dicendo: “Signor Collodi, per carità, mandateci delle bozze che si possano leggere. Delle volte la vostra scrittura è indecifrabile. Sapeste quanti accidenti vi mandano i miei compositori!”.
Il Collodi “non scrisse più per i grandi che, erano diventati troppo esigenti” e si dedicò in particolare alla letteratura per i piccoli.
Al n. 21 di via Cavour a Palazzo Marrocchi, in occasione del centenario di Pinocchio è stata affissa una targa che ricorda che “Qui Carlo Lorenzini visse gli anni della sua maturità di uomo e di scrittore”. Qui aveva sede il Caffè Michelangiolo, storico locale bazzicato dai “Macchiaioli” e da Collodi.
Collodi fonda e dirige numerosi giornali, tra cui Il Lampione, chiuso dalla censura dopo i moti del 1848. La tipografia Tofani in via San Zanobi si occupava della stampa. Riprenderà la pubblicazione del periodico a partire da maggio del 1860.
Collodi s’impegna per l’Unità d’Italia come volontario nel 1848 e nel 1860. Nel 1849 è ospitato per pochi giorni dal fratello Paolo in via Rondinelli n. 7.
In via del Melarancio n. 5 aveva sede la direzione di Lo Scaramuccia, giornale teatrale che Collodi aveva fondato nel 1853 e rilevato nel 1855.
In via dei Martelli si trovava il bar da Falchetto, dove Collodi faceva parecchie capatine al giorno. Diceva che “del sigaro non poteva farne a meno, e che gli era necessario bere qualche bicchierino perché soltanto con quell’aiuto gli venivano le idee nel cervello”.
Lo zio Carlo “mi portava – la domenica – quasi sempre alle Cascine col tramvai a vapore che partiva da piazza Santa Maria Novella e andava a finire dietro il grande Caffè che era nel Piazzale del Re; lì ci fermavamo a prendere il gelato o il caffè e latte con le briosce”.
Nel 1872 è stata rappresentata la sua commedia in tre atti “L’onere del marito” al Teatro Niccolini in via Ricasoli.
In via della Petraia n. 29 a Castello, a Villa Rapi, chiamata anche “Il Bel Riposo”, Carlo Collodi è stato più volte ospite tra il 1875 e il 1880 dal fratello Paolo, direttore generale delle manifatture Ginori di Sesto Fiorentino. In questa elegante villetta con torre e bel giardino trovò ispirazione per scrivere “Le avventure di Pinocchio”.
Dal 2007, una targa dedicata.
La sera del 26 ottobre del 1890, Collodi aveva fatto visita al suo amico, il Professor Angelo Zalla, preside del Magistero Femminile, in via degli Alfani.
Al Cimitero monumentali delle Porte Sante si trova la cappella Lorenzini dove è stato sepolto nell’ottobre del 1890 Carlo Collodi.
Nella piana fiorentina tra Castello e Peretola, "il mare"
Conoscerai dunque anche Geppetto? – domandò il Colombo al burattino.
Se lo conosco? E’ il mio povero babbo! Ti ha forse parlato di me? Mi conduci da lui? Ma è sempre vivo? Rispondimi per carità: è sempre vivo?
L’ho lasciato tre giorni fa sulla spiaggia del mare.
Che cosa faceva?
Si fabbricava da sé una piccola barchetta per traversare l’Oceano. Quel pover’uomo sono più di quattro mesi che gira per il mondo in cerca di te: e non avendoti potuto trovare, ora si è messo in capo di cercarti nei paesi lontani del nuovo mondo.
E’ difficile immaginare il mare, un oceano nella piana fiorentina, eppure agli occhi di un bambino quella zona acquitrinosa – oggi occupata dall’aeroporto – si allagava con l’esondare dei torrenti Termine e Zambra. Era necessario disporre di una barca per attraversare “il mare” di Pinocchio, popolato di pesci spaventosi come il pescecane che in un sol boccone “inghiottì” Geppetto e il burattino di legno.
->Il mare di Pinocchio
https://goo.gl/maps/Cv828akvbFKZLPos7
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Il teatro di Mangiafuoco
E discorrendo da sé solo diceva:
Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere e domani l’altro imparerò a fare i numeri. Poi, colla mia abilità, guadagnerò molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca, voglio subito fare al mio babbo una bella casacca di panno
Ma che dico di panno? Gliela voglio fare tutta d’argento e d’oro, e coi bottoni di brillanti. E quel pover’uomo se la merita davvero: perché, insomma, per comprarmi i libri e per farmi istruire, è rimasto in maniche di camicia... a questi freddi! Non ci sono che i babbi che sieno capaci di certi sacrifizi!...
Mentre tutto commosso diceva così gli parve di sentire in lontananza una musica di pifferi e di colpi di grancassa: pì pì pì zum, zum, zum, zum.
Si fermò e stette in ascolto. Quei suoni venivano di fondo a una lunghissima strada traversa, che conduceva a un piccolo paesetto fabbricato sulla spiaggia del mare.
Che cosa sia questa musica? Peccato che io debba andare a scuola, se ..
E rimase lì perplesso. A ogni modo, bisognava prendere una risoluzione: o a scuola, o a sentire i pifferi. Oggi anderò a sentire i pifferi, e domani a scuola: per andare a scuola c’è sempre tempo, – disse finalmente quel monello facendo una spallucciata.
Quel paesino alla fine della lunga strada sono in molti a credere che fosse Peretola.
Il suo centro è la piazza intitolata a Giuseppe Garibaldi, dove si trova la pieve romanica di Santa Maria, e tutt’intorno tante casette familiari addossate l’una all’altra sino a formare un borghettino che ha un suo fascino, benché si trovi alla periferia di Firenze.
Peretola ha dato i natali a Amerigo Vespucci, da qui la dedica al noto navigatore del vicino aeroporto.
Nella memoria popolare alcuni detti fanno ancora eco nelle vie del paese: “Brozzi, Peretola e Campi, la peggior gente, che Dio ce ne scampi”. L’espressione scherzosa nella tagliente ironia fiorentina, stava a sottolineare come in quei luoghi le condizioni di vita fossero disperate. Di risposta alle malelingue pungenti, i “villani di campagna” replicavano: “Brozzi, Peretola e Campi, Dio li fece e buttò via gli stampi”.
->Il teatrino di Mangiafoco, dove veniva allestito?
https://maps.app.goo.gl/LtJwxBUXrqLQjstM7
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L’incontro con il Gatto e la Volpe
Pinocchio, com’è facile immaginarselo, ringraziò mille volte il burattinaio, abbracciò, a uno a uno, tutti i burattini della Compagnia, anche i giandarmi: e fuori di sé dalla contentezza, si mise in viaggio per tornarsene a casa sua.
Ma non aveva fatto ancora mezzo chilometro, che incontrò per la strada una Volpe zoppa da un piede e un Gatto cieco da tutt’e due gli occhi, che se ne andavano là là, aiutandosi fra di loro, da buoni compagni di sventura. La Volpe che era zoppa, camminava appoggiandosi al Gatto: e il Gatto, che era cieco, si lasciava guidare dalla Volpe.
Di ritorno dal paese di Mangiafoco, probabilmente Peretola, a mezzo chilometro lungo la via di casa, Pinocchio incontra il gatto e la volpe.
La nostra tappa segnaletica è in via del Motrone. Il toponimo “motrone”, secondo lo storico Mario Lopes Pegna, ha radici dal latino “mauta”, malta, mota, che sta ad indicare la natura geologica della piana fiorentina: un luogo fangoso, ricco di sedimenti argillosi, particolarmente paludoso.
-> Come arrivare nel luogo di incontro con il Gatto e la Volpe
https://maps.app.goo.gl/8ZvwMCgS2VLWhM7f9
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L’isola delle api industriose
Dopo mezz’ora di strada, arrivò a un piccolo paese detto «Il paese delle Api industriose». Le strade formicolavano di persone che correvano di qua e di là per le loro faccende: tutti lavoravano, tutti avevano qualche cosa da fare. Non si trovava un ozioso o un vagabondo nemmeno a cercarlo col lumicino.
Nel grande polmone industriale dell’Osmannoro, in un fazzoletto di terra verde, si trovano gli edifici di un antico complesso conventuale, quello di Santa Croce. Nel Medioevo era uno spedale, luogo di accoglienza per i pellegrini e gli infermi, che rimaneva isolato in quello che secondo molti era il grande “mare” di Pinocchio.
Lì in questo monastero ogni persona, seguendo la narrazione di Pinocchio, aveva il suo compito, una sua mansione, come una formicola che si adopera a svolgere operosamente il suo dovere per il bene del formicaio.
->Come raggiungere il Complesso di Santa Croce, e immaginare “L’isola delle Api industriose”
https://goo.gl/maps/suTyVrWtsMMnkZ8k9
-> Sesto Fiorentino: il Paese dei Balocchi
Dove vuoi trovare un paese più salubre per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole: lì non vi sono maestri: lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola: e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre. Ecco un paese, come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili!...
Ma come si passano le giornate nel Paese dei Balocchi?
Si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto, e la mattina dopo si ricomincia daccapo. Che te ne pare?
Uhm!... – fece Pinocchio: e tentennò leggermente il capo, come dire: «è una vita che farei volentieri anch’io!».
Fino ai primi decenni del Novecento in piazza Vittorio Veneto a Sesto Fiorentino si svolgeva una grande fiera per commemorare la ricorrenza della decapitazione di San Giovanni Battista, patrono della Compagnia della Misericordia. Era un mercato di bestiame, di prodotti agricoli, di vettovaglie, ma soprattutto una sagra dove venditori di ogni sorta strillavano a perdifiato la bontà delle loro merci: lupini, zucchero filato, polli arrostiti.
Al tempo esisteva una specie di “corriera” trainata da cavalli o da ciuchi, che offriva una sorta di servizio di trasporto pubblico da Firenze a Sesto.
->Nel centro di Sesto, Il Paese dei balocchi
https://maps.app.goo.gl/Rigj7B43hTp72EpP6
-Nelle vicinanze da visitare
->La Pieve di San Martino (da inserire FOTO PIEVE)
La pieve documentata prima dell'anno 1000, al suo interno conserva opere pittoriche degne di nota:
"I misteri del rosario", tavola datata XVI sec., di produzione di un manierista anonimo;
"Il crocefisso" attribuito a Agnolo Gaddi;
Il ciclo di affreschi attribuiti alla scuola del Ghirlandaio;
"Decollazione del Battista", 1795 di Giuseppe Brizzi.
->La torre medievale di Brincino e la chiesa di San Lorenzo costituiscono probabilmente l’insediamento più antico di Sesto.
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->Il teatro del Ciuchino Pinocchio
Le gradinate del Circo formicolavano di bambini, di bambine e di ragazzi di tutte le età, che avevano la febbre addosso per la smania di veder ballare il famoso ciuchino Pinocchio.
[…] gli applausi raddoppiarono e diventarono una specie di uragano alla comparsa del ciuchino Pinocchio in mezzo al Circo. Egli era tutto agghindato a festa. Aveva una briglia nuova di pelle lustra, con fibbie e borchie d’ottone; due camelie bianche agli orecchi; la criniera divisa in tanti riccioli legati con fiocchettini d’argento attraverso alla vita, e la coda tutta intrecciata con nastri di velluto amaranto e celeste. Era, insomma, un ciuchino da innamorare!
Nel 1859 nasceva il teatro sestese, intitolato al drammaturgo fiorentino Giovanni Battista Niccolini. Qui si tenevano concerti strumentali e vocali, spettacoli di prosa, ed era vissuto dagli abitanti del luogo, come il “teatro delle meraviglie”.
Forse quel “teatro delle meraviglie” potrebbe aver ispirato Carlo Collodi ad immaginare una simile ambientazione per lo spettacolo del ciuchino Pinocchio, agghindato e messo a lustro per esibirsi con grandi inchini e piroette.
Il direttore del Circo gridò a Pinocchio:
-Al trotto! – e Pinocchio, ubbidiente al comando, cambiò il passo in trotto.
-Al galoppo!... – e Pinocchio staccò il galoppo.
-Alla carriera! – e Pinocchio si dette a correre di gran carriera.
Ma in quella che correva come un barbero, il direttore, alzando il braccio in aria, scaricò un colpo di pistola. A quel colpo il ciuchino, fingendosi ferito, cadde disteso come se fosse moribondo davvero… in mezzo a uno scoppio di applausi, d’urli e di battimani, che andavano alle stelle...
->Dove si trovare il Teatro Niccolini, il teatro del ciuchino Pinocchio
https://goo.gl/maps/CnTYj4EVC5fubXALA
-Nelle vicinanze da visitare
->Palazzo Pretorio XV sec. (inserire foto PALAZZO)
Ai tempi della Repubblica fiorentina questa era la sede del potestà. A partire dal 1569, anno in cui Cosimo I de Medici diventa granduca di Toscana, il Palazzo Pretorio diviene luogo di rappresentanza del granducato.
Gli stemmi rappresentano le casate dei potestà e lo stemma affrescato il Granducato di Toscana.
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->La Locanda del Gambero Rosso
Cammina, cammina, cammina, alla fine sul far della sera arrivarono stanchi morti all’osteria del Gambero Rosso.
Entrati nell’osteria, si posero tutti e tre a tavola: ma nessuno di loro aveva appetito.
Il povero Gatto, sentendosi gravemente indisposto di stomaco, non poté mangiare altro che trentacinque triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana: e perché la trippa non gli pareva condita abbastanza, si rifece tre volte a chiedere il burro e il formaggio grattato!
La Volpe avrebbe spelluzzicato volentieri qualche cosa anche lei: ma siccome il medico le aveva ordinato una grandissima dieta, così dovè contentarsi di una semplice lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto. Dopo la lepre si fece portare per tornagusto un cibreino di pernici, di starne, di conigli, di ranocchi, di lucertole e d’uva paradisa; e poi non volle altro. Aveva tanta nausea per il cibo, diceva lei, che non poteva accostarsi nulla alla bocca.
Quello che mangiò meno di tutti fu Pinocchio. Chiese uno spicchio di noce e un cantuccino di pane, e lasciò nel piatto ogni cosa.
A Colonnata ad angolo con via delle Porcellane, fino alla seconda metà del Novecento, si trovava l’osteria di “Mangia e Bei”, che tra le tante specialità serviva i gamberi di fiume, fritti oppure cucinati al sugo.
L’osteria frequentata dagli abitanti di Sesto era anche luogo di ritrovo e di pranzo per gli operai della fabbrica Ginori.
Secondo i locali quell’osteria è stata la fonte di ispirazione dell’Osteria del Gambero Rosso nelle Avventure di Pinocchio.
->Nel luogo dell’osteria del Gambero Rosso
https://maps.app.goo.gl/tWvpJUXfXTFRp4zU8
-Nelle vicinanze da visitare
->Ex Manifattura Ginori, oggi Biblioteca Comunale intitolata allo storico Ernesto Ragionieri che nacque a Sesto nel 1926.
->Chiesa di San Romolo a Colonnata, nei pressi della ex Manifattura Ginori, è allestita con opere preziose in porcellana di Doccia a tema religioso: a partire dall’altare, il fonte battesimale, il ciborio, il crocefisso…
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->Il Campo dei Miracoli
“Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c’è un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro per esempio uno zecchino d’oro. Poi ricuopri la buca con un po’ di terra: l’annaffi con due secchie d’acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro, quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno”.
Il Paese dei Barbagianni forse è Colonnata, località dove risiedeva la fabbrica di porcellane di Doccia. Gli operai della Manifattura Ginori, la sera dopo il lavoro, uscivano imbiancati di polvere di caolino tanto da assomigliare a dei barbagianni: “avevano di colorino grigiastro i capelli, il viso, i baffi, le ciglia e anche le sopracciglia”.
Ad ogni modo lì ai piedi di Monte Morello, abitavano tanti rapaci notturni, ed era consuetudine udire la notte il “rantolio sordo”, simile ad un soffio inquietante, del barbagianni.
Il “Campo dei Miracoli” di Pinocchio secondo la memoria popolare, si trovava invece a ridosso di un bel bosco, era per molti “il giardino di Villa Gerini” in viale XX Settembre. Sul quel prato c’è un aneddoto locale che racconta che un bel giorno, “il giardiniere della villa, che si chiamava Francesco Zoppi” trovò “due corbelli di monete d’oro”. Nel passaparola della notizia, i fiorini d’oro, da due divennero cento, cinquecento, mille… si moltiplicarono.
Trovato il tesoro Francesco Zoppi, senza pensarci due volte, lo consegnò al proprietario, il conte del Benino. I compaesani non furono clementi con il giardiniere, che in un battibaleno si guadagnò la nomea di poco furbo e lui per non passare da sciocco, andava in giro dicendo che il tesoro era tutta una finzione.
->Il Campo dei miracoli a Villa Gerini
https://maps.app.goo.gl/KdiWmAeWyRb1nCyF8
PROGETTO A CURA DI…
IDEAZIONE e SVILUPPO PROGETTO: L’Erba Canta
L'Erba Canta, dal 2016 propone ESPERIENZE in NATURA: trekking di uno o più giorni e camminate in città dedicate anche a Firenze e i suoi personaggi con l'intento di promuovere la visita del capoluogo toscano, camminando sulle orme dei personaggi che l’hanno vissuta.
Gli itinerari oltre ad incontrare le storie di donne e uomini che ci hanno preceduto, posano lo sguardo sui cambiamenti del paesaggio e sul Verde.
->Stesura del progetto "Pinocchio: c'era una volta un burattino" a cura di:
-Cecilia Gallia, autrice e curatrice dei testi e voce degli audio. Da anni lavora in ambito teatrale e sulla formazione proponendo percorsi di teatro, lettura espressiva e narrazione.
-Cristina Michieli, fondatrice dell’associazione culturale L’Erba Canta, è Guida Ambientale Escursionistica. Laureata in Pedagogia e Media e Giornalismo, si dedica a progetti editoriali orientati a valorizzare il territorio e l'ambiente.
->Contributi alla realizzazione del progetto:
-Donatella Peli, specializzata in grafica pubblicitaria, appassionata di acquerello si è dedicata con passione ai taccuini di viaggio. E' autrice del progetto grafico e delle illustrazioni del progetto Pinocchio, c'era una volta un burattino.
-Nicola Fontana, compositore e autore di musiche, ha scelto e mixato i brani musicali per i podcast audio.
Si ringrazia per la partecipazione al progetto, la pronipote di Carlo Collodi, Paola Lorenzini per aver condiviso i ricordi di famiglia.
MUSICHE e crediti musicali
Registrazioni audio vocali presso Suite Ohm Studio di Davide Martiello.
Elenco dei brani scelti dal sito https://www.fiftysounds.com/it/
Air Elements
Candy Town
Dance of the Sugar Plum Fairy
Eurynome
Lady Bottle’s Waltz
The Little Magicians
Good NighT
Sfx-Magic7
Sfx-Magic9
Crazy Toys
Future Plans
Altre musiche tratte da "Orchestra virtuale del Flaminio". Questi i brani selezionati:
Dvorak, Danza slava n. 7 in do minore
Modest Moussorgskij, Balletto dei pulcini nel loro guscio
Mozart Concerto per clarinetto KV622,
Rondò Allegro Ravel Concerto per pianoforte in sol, Presto
Crediti fotografici
Illustrazioni di Carlo Chiostri (1863 – 1939), fiorentino, è stato tra i primi illustratori di Pinocchio (1901).